Negli ultimi tempi sono sempre più utilizzati termini come default, Spread, Italia a rischio Grecia, ecc.. Ma ciò che più interessa ai cittadini italiani sono le conseguenze sulle proprie tasche, nel caso in cui un Paese fallisce.
Dopo la Grecia, ora tocca anche all’Italia la parte della sorvegliata speciale in Europa.
Nell’accordo che sta alla base dell’euro, il rapporto tra Deficit e Pil non deve superare il 3%. Al momento siamo al 3.9%. Il deficit è la differenza tra quello che incassa lo Stato e quello che spende.
Per i Paesi dell’euro il tetto massimo del rapporto tra il Debito e il Pil è del 60%. Siamo al 120%. Il debito è quello che lo Stato deve ai suoi creditori, cioè tutti quelli (dai piccoli risparmiatori a grandi istituzioni finanziarie), che acquistano titoli di Stato, finanziando la spesa pubblica.
Lo spread Bund-Btp è la differenza di rendimento tra il titolo pubblico decennale tedesco (Bund), e quello italiano (Btp). Dalla nascita dell’euro ha toccato il record storico, oltre 570 punti sfondando la soglia critica del 7% (considerato punto di non ritorno).
Lo Stato fallisce quando non può più far fronte ai suoi debiti (e interessi) e sostenere la spesa pubblica.
Il default del Paese (termine che indica il fallimento), ha però diversi livelli di gravità.
Lo Stato può infatti, raggiungere degli accordi, per rendere i suoi debiti nel corso degli anni, e/o in forma ridotta.
In questi casi lo Stato può solo aumentare le tasse, o tagliare le spese o entrambi.
Per ridurre le spese, lo Stato può toccare i conti pubblici: pensioni, sanità,retribuzioni dipendenti pubblici.
Inoltre il fallimento coinvolge tutti coloro che hanno investito in titoli di Stato, in quanto il Tesoro non potrà più pagare gli interessi e, alla scadenza del titolo, non si potrà più tornare in possesso dell’investimento iniziale. Lo Stato propone una restituzione che prevede una parte oggi, e una domani.
In questo modo, il valore del titolo crolla, annullando le possibilità di rivenderlo.
Per la mancata ricezione di interessi, le banche sono le prime a risentirne, trovandosi a corto di liquidità, rischiando a loro volta di fallire.
E’ qui che tutti i clienti correranno a ritirare i propri depositi prima che sia troppo tardi, prendendo d’assalto gli sportelli.
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