Il nome deriva dal greco agauós-splendido, ammirevole.
Si tratta di piante succulente delle regioni americane calde ed aride, originarie per la maggior
parte del Messico e degli stati meridionali degli U.S.A.; molte specie si sono tuttavia naturalizzate in altre zone a clima simile, compresa l'area mediterranea.
Il genere comprende forme erbacee ed arborescenti, alcune di importanza economica, tra le quali l'agave sisalana che produce la fibra detta sisal, molto forte e resistente.
Tutte hanno foglie carnose, più o meno lunghe, coriacee ed ensiformi, sempre disposte a rosetta per lo più acaule, per quanto alcune specie divengano caulescenti con l'invecchiamento; quasi tutte hanno spine disposte in vari modi sulle foglie (marginali o apicali) e solo alcune sono inermi. L'infiorescenza consiste in una grande spiga, di solito eretta, che può raggiungere i 10 metri e che porta piccoli fiori di solito rossoverdastri ed in alcune specie anche bulbilli; questi formano piccole piante che, cadendo, radicano al suolo.
In molte specie la rosetta centrale muore dopo la fioritura e la produzione del seme, ma quasi tutte emettono polloni che, radicando, danno origine a nuove piante.
Specie coltivate: agave americana, spontaneizzata in Italia, costituisce, insieme al fico d'lndia, una caratteristica del paesaggio mediterraneo.
Essa è spesso confusa con le Aloe; a questo proposito basta ricordare che le nuove foglie dell’agave americane, sorgenti nel centro della rosetta nascono sempre arrotolate su loro stesse e si distendono crescendo, mentre la foglia centrale delle Aloe nasce con la stessa forma che poi conserverà aumentando soltanto in grandezza.
Una volta si credeva che la pianta fiorisse soltanto dopo un secolo di vita, in realtà la fioritura avviene dopo circa 10 anni.
Le varietà sono: marginata, la più comune, con i bordi delle foglie bianchi o bianco-giallastri; medio-picta con grande fascia longitudinale giallastra.
Agave angustifolia delle Indie occidentali, con foglie di circa cm 50 in lunghezza e soltanto cm 8 in larghezza; produce molti polloni e ne esiste una forma marginata con bordi bianchi; agave attenuata, una delle pochissime inermi, con fusto che invecchiando raggiunge il metro d'altezza, con infiorescenza arcuata che può produrre bulbilli ; agave filifera, rosetta di foglie strette, verde-brillante, con linee bianche lungo i margini che si scindono in lunghi fili sciolti; agave horrida, foglie fino a m 2, larghe, verde-scuro, con robuste spine marginali curve sia verso l'esterno che l'interno della foglia e lunga spina apicale. Non emette polloni;
agave parviflora, con rosetta nana e compatta di foglie verdi a linee bianche incrociate verso la punta ed i margini sfilacciati in filamenti bianchi; agave victoriae-reginae, basse e di lenta crescita, con foglie verde-scuro carenate attraversate longitudinalmente ed irregolarmente da linee bianche convergenti verso l'apice, e con corta ma dura spina apicale bruna.
Coltivazione: terriccio molto poroso e sabbioso, posizione assolata, temperatura minima per le specie più delicate di circa 7°C; le specie rustiche resistono a temperature molto più basse. L'agave americana sopporta anche brevi periodi di gelo e cresce pure nelle immediate vicinanze del mare, non soffrendo né per i venti salsi né per l'aridità estiva.
Coltivate in vaso richiedono innaffiature scarse durante tutto l'anno, tranne in inverno quando dovranno essere quasi del tutto sospese. La moltiplicazione si effettua di solito per polloni che si fanno radicare in sabbia; si può riprodurle, ove occorra, per seme, ma la crescita è lenta e vi è sempre il pericolo di ottenere varietà diverse ed i tipi variegati riprodotti da seme faranno normalmente reversione di colore perdendo le screziature.
Agave: specie, coltivazione
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