Quiescenza, dormienza piante

Ogni pianta presenta normalmente uno sviluppo strettamente dipendente
dalle modificazioni stagionali, in modo da adattarsi a sopravvivere nei periodi
in cui le condizioni ambientali sono meno favorevoli, come nel caso del gelo
o della siccità estiva. Questo adattamento, dovuto a condizioni interne indotte però dall'ambiente esterno, si manifesta nel temporaneo rallentamento delle funzioni della pianta e prende il nome di quiescenza. Durante la quiescenza generalmente l'individuo rinuncia a quelle parti che maggiormente sarebbero esposte alle condizioni sfavorevoli e si organizza nel modo più conveniente. Esempio tipico è costituito dalle piante decidue caratteristiche delle regioni temperate con differenze climatiche stagionali molto pronunciate. Durante l'inverno, per superare il periodo delle grandi gelate, la pianta elimina le foglie, organi delicati ed attivi, ed entra di conseguenza in uno stadio di riposo vegetativo con attivita metabolica ridotta al minimo. La caduta delle foglie avviene in seguito ad un processo di senescenza che porta all'abscissione. Prima della separazione
le foglie si svuotano dei materiali che possono essere ancora utili (carboidrati e sostanze proteiche), mentre diventano sede delle scorie del metabolismo e dell'eccesso dei sali. Con la caduta delle foglie quindi la pianta si libera anche dei materiali inutilizzabili o dannosi. L'inizio della quiescenza e la caduta delle foglie sono inoltre regolati dalla lunghezza del giorno o, meglio, dalla lunghezza delle notti. Contemporaneamente all'abscissione delle foglie si rinforzano le strutture esterne delle gemme e sono prodotte sostanze particolari capaci di impedire lo sviluppo della gemma stessa allontanando il pericolo di un possibile risveglio invernale dovuto ad un saltuario aumento della temperatura. Con lo stesso fenomeno della caduta delle foglie e della protezione biochimica delle gemme si attuano processi di difesa delle piante nei climi desertici quando, terminato il periodo delle piogge, sopraggiunge la siccità. Il fenomeno della quiescenza non è comunque circoscritto alle piante decidue; è presente infatti anche nelle sempreverdi le cui gemme, secondo un processo ritmico interno, formano le nuove foglie ad intervalli ben stabiliti. Alla stessa legge non sfuggono le gemme a fiore di piante, quali pesco, ciliegio, melo, che sono soggette ad una quiescenza estivo-autunnale o invernale, detta quiescenza intrariproduttiva. Fenomeni di rallentamento
del metabolismo sono inoltre propri di quasi tutti gli organi di disseminazione (come le spore, i propaguli, i bulbilli, i semi) e degli organi sotterranei (bulbi, rizomi e tuberi). I
semi staccatisi dalla pianta, pur essendo morfologicamente maturi, non sempre sono in grado di germinare anche se in presenza di acqua e in adatte condizioni di temperatura. Essi necessitano di una post-maturazione che impedisce la-formazione in autunno di piantine incapaci di compiere il ciclo nel massimo freddo invernale. La germinazione
è così rimandata alla primavera successiva. Lo stimolo che di solito serve a far cessare il fenomeno di quiescenza è un trattamento freddo la cui durata varia, a seconda dei soggetti, da pochi giorni a molti mesi. In questo modo la pianta apprende che l'inverno è trascorso e che si sono di nuovo instaurate condizioni favorevoli. In seguito a numerosi studi sul fotoperiodismo e sul termoperiodismo si è giunti alla determinazione di ormoni inibitori della crescita, con azione opposta a quelli promotori della crescita, sui quali il freddo agirebbe diminuendone la biosintesi e spostando in questo modo l'equilibrio inibitore-promotore a favore di quest'ultimo. Il principale ormone inibitore
è stato individuato in una sostanza, estratta dalle gemme di platano in quiescenza,
chiamata dormina o abscissina (ABA) la quale determina l'evoluzione del tessuto separatore che sta alla base del picciuolo fogliare, procurandone la caduta, e inibisce inoltre la germinazione dei semi e lo sviluppo delle gemme.
Non va comunque sottovalutata, in questi processi, l'attività di altri ormoni, quali l'acido indoloacetico (IAA), che attiva l'abscissione e promuove la dormienza nei semi se somministrato alle piante durante il periodo di embriogenesi.

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