Jacaranda

Il nome, di origine tupi, usato in Brasile per indicare una specie, è stato poi utllizzato per definire l'intero genere. Si tratta di alberi dal fogliame caduco, dai fiori bluastri o violacei e dalle eleganti foglie simili a quelle di una felce, originari dell'America tropicale. Nelle zone della nostra penisola a clima mite, specialmente in Riviera e a sud di Napoli, questi alberi superano l'inverno in piena aria.
Specie coltivate: la specie più diffusa è Jacaranda acutifolia, che raggiunge una altezza di m 15- 16 nella sua patria di origine, mentre da noi arriva all'incirca ai m 3-4; ha fiori di un bel colore viola che si aprono durante l'estate.
Coltivazione: in zone a clima rigido questa pianta va coltivata in una composta costituita di parti uguali di torba, terreno fibroso di medio impasto e sabbia. Va messa a dimora in vasi ben drenati e collocati in serra in posizione bene illuminata, nel periodo settembre-giugno, mentre nei mesi estivi va situata all'aperto, in pieno sole. Nelle regioni meridionali d'Italia si coltiva all'aperto in terreno normale. L'invasatura si fa tra febbraio e marzo e, sempre in febbraio, si effettua la potatura. Le innaffiature devono essere abbondanti da maÍzo ad ottobre e moderate durante il resto dell'anno. Jacaranda richiede un clima mite (con temperatura, in inverno, non inferiore allo zero) e posizione sempre riparata. Si possono coltivare individui alti cm 30-50, particolarmente apprezzati per il valore decorativo delle loro foglie; mentre gli individui coltivati per i fiori vengono fatti crescere fìno a m 3-4 d'altezza. Si moltiplicano mediante semi interrati in vasi riempiti di torba sabbiosa, alla temperatura di 24-30°C, da febbraio a giugno, oppure mediante talee messe a radicare in torba sabbiosa, alla temperatura di 20°C, o poco più, tra giugno e settembre.
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