Lapageria

Il nome ricorda Josephine Tascher de La Pagerie, moglie di Napoleone. Il genere è composto di una sola specie, lapageria rosea, originaria del Cile, che presenta numerose varietà. Si tratta di piante rampicanti, lianose, con foglie lanceolate o cordato-lanceolate ed acuminate; i fiori, campanulati e solitari, sono grandi e vistosi, generalmente di color rosa carminio vivacissimo; di solito essi sono ascellari e soltanto talvolta nascono in brevi racemi terminali. Queste piante sono considerate tra le più belle rampicanti a fioritura estiva e possono raggiungere i m 10 di lunghezza. Le varietà differiscono molto tra di loro per vigore, floribundità e colore dei fiori: la varietà albiflora, con fiori bianchi o biancastri, è la più delicata; la varietà superba ha fiori più grandi, di colore carminio vivo, ma è leggermente meno fiorifera della specie tipo; la varietà bensonii ha fiori più
chiari, particolarmente nella parte inferiore della corolla dove la specie tipo presenta soltanto alcune macchie traslucide.
Coltivazione: le piante sono coltivabili all'aperto in tutti i nostri climi miti,
Riviera, Italia Meridionale ed insulare. Nei climi meno dotati la lapageria richiede riparo invernale e può essere coltivata in grandi vasi molto ben drenati, con terriccio leggermente acido e permeabile, composto di terra di foglie con torba e sabbia ed avrà, ovviamente, bisogno di tutori per sostegno. La temperatura invernale, al riparo, dovrà essere quella che si potrebbe incontrare in serra fredda, e cioè soltanto qualche grado al di sopra dello zero, per quanto occasionali abbassamenti della minima notturna incidano soltanto sul vigore e la fioritura senza danneggiare seriamente la pianta. Le innaffiature dovranno essere frequenti
dalla primavera all'autunno, evitando l'eccessivo prosciugamento del suolo in vicinanza delle radici e, dato il calore del nostro sole estivo, la posizione migliore sarà semi-ombreggiata. In inverno, le innaffiature dovranno essere ridotte; per le piante coltivate all'aperto sarà opportuna una leggera pacciamatura, ove si temano improvvisi abbassamenti della temperatura; quelle poste al riparo avranno bisogno invece della massima luminosità. Generalmente le lapageria vengono moltiplicate per propaggine,
in autunno o primavera, ed anche per talea, in serra, ad aria confinata e con calore di fondo, in torba e sabbia umide, per quanto il loro attecchimento risulti piuttosto irregolare e non del tutto sicuro. Possono essere anche riprodotte per seme in primavera, in letto caldo o serra calda, e si otterranno così piante forti che però difficilmente manterranno il tipo puro. Una delle difficoltà che sorgono nella coltura delle lapageria è dovuta alle notevoli infestazioni di ragno rosso o altri parassiti che si possono verificare in caso di aria non sufficientemente umida; in serra fredda si può ovviare con regolari fumi gazioni, ma in altri ambienti è soltanto possibile tentare di mantenerle a bada con frequenti irrorazioni; anche le lumache, soprattutto in piena terra, formano un pericolo, essendo ghiotte dei nuovi germogli che sorgono dalla base; possono essere tuttavia combattute con gli appositi prodotti in commercio. Queste piante sono inoltre acidofile ed è perciò consigliabile, in coltura esterna, aggiungere al terriccio, nel momento dell'impianto, una buona quantità di torba o di prodotti idonei, insieme alle normali concimazioni liquide estive.
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