Mediante l’innesto si ha la possibilità di far vivere una varietà o specie sull'apparato radicale di un'altra.
L'applicazione dell'innesto (gemma oppure rametto detto nesto) si può effettuare sia in corrispondenza del colletto o al di sotto di esso sulla radice, sia ad una certa altezza del fusto; in questo ultimo caso, la pianta che funziona da portainnesto contribuisce a formare tutto o anche parte del fusto.
Otteniamo quindi un individuo bimembre in cui uno dei componenti dà il proprio apparato radicale ed eventualmente il fusto, l'altro la chioma. Questa forma di moltiplicazrone consente un rigoglioso sviluppo della marza, grazie alla maggior vigoria, rusticità o resistenza ad eventuali cause avverse del portainnesto opportunamente scelto.
Ma ce ne serviamo anche per altri fini, quali ad esempio: per indurre lo sviluppo di una pianta mediante innesto su di un soggetto più debole che permetterà la coltivazione in vaso, o comunque, in forme ridotte, come nel caso del pero innestato sul cotogno; per anticipare e migliorare la produzione dei fiori e della frutta, cosa che si manifesta in quasi tutte le piante innestate; per ottenere effetti decorativi, come nei rosai ad alberetto innestati alla sommità del fusto di robusti portainnesti allevati a stelo unico.
L'innesto è possibile solo nelle Conifere e nelle Dicotiledoni e quando vi sia affinità fra i due vegetali che vogliamo far vivere in comunione. E’ molto raro il caso di riuscita tra piante di generi diversi, pur se appartenenti alla stessa famiglia, più frequente il successo tra specie delle stesso genere e meglio ancora fra varietà della stessa specie.
Capita però, talvolta, che anche varietà della stessa specie non presentino affinità. Nell'esecuzione dell'innesto occorre mettere a contatto le rispettive zone del cambio della marza e del portainnesto, cioè quella zona che sta immediatamente sotto la corteccia e che ha il compito di produrre i tessuti di saldatura fra le due parti.
Bisogna inoltre impedire che, fra le sezioni poste a combaciare, restino dei vuoti, sia pure minimi, nei quali puo insinuarsi l'aria, con conseguente disseccamento dei tessuti o penetri l'acqua che impedirebbe l'attecchimento. Quindi è indispensabile eseguire tagli netti, legature che assicurino una aderenza perfetta senza strozzare (rafia, fettuccia di gomma elastica, ecc.) e proteggere con appositi mastici i tagli rimasti scoperti, come ad esempio nell'innesto a spacco, a corona, ecc.
L'epoca propizia varia con i diversi tipi di innesto come vedremo in seguito, e con le condizioni climatiche della località. Fattore essenziale è che la pianta sia in attiva vegetazione: infatti, è indispensabile che la linfa del portainnesto sia in movimento per provvedere al più presto alla formazione del callo di saldatura; diversamente, mancando lo stabilirsi di una sollecita comunicazione con i vasi del portainnesto, la gemma o il rametto applicato seccherebbero.
Possiamo dividere gli innesti in tre categorie principali:
Innesti per approssimazione
questo tipo di innesto si può eseguire quando le due piante siano vicine o avvicinabili. Si esegue una leggera scortecciatura per mettere a contatto i tessuti sottostanti dell'uno e dell'altro soggetto; tale scortecciatura può essere fatta in vari modi, di solito quello ad intarsio, che consiste nel togliere due strisce uguali di corteccia nel nesto e nel portainnesto, farli combaciare esattamente e legarli. L'innesto per approssimazione si effettua dalla primavera all'estate inoltrata ed è frequente nelle mimose che vengono innestate sull'Acacia retinodes, soggetto resistente ai terreni calcarei e di vegetazione precoce. A saldatura completamente avvenuta si procede al taglio del nesto al di sotto del punto di saldatura e successivamente si limita la chioma del soggetto innestato. È buona pratica ricoverare la pianta in ambiente confinato e caldo-umido per 10-15 giorni, non appena sia stata distaccata. L'innesto per approssimazione oltre che per il genere Acacia (mimose), destinato a terreni neutro-calcarei, si impiega per infoltire alberi di pesco o di pero deperiti.
Innesti a marza
si effettuano a fine inverno-primavera, con rametti di un anno forniti di una o più gemme, tagliati ed inseriti sul soggetto in modi diversi, o con rametti erbacei come, ad esempio, sulle Conifere. ln quelli legnosi, le gemme dei rametti del nesto debbono essere chiuse al momento dell'operazione, mentre invece i portainnesti debbono essere ad inizio di vegetazione (ce ne accertiamo dalla facilità con cui la corteccia si distacca per l'aumentato flusso di linfa).
Per evitare eventuali dannosi contrattempi, si usa procedere come segue: si raccolgono tempestivamente (cioè poco prima del risveglio primaverile) i rametti occorrenti come nesti, si riuniscono a mazzetti della stessa varietà con le relative etichette per evitare confusioni, e si pongono sotto sabbia leggermente umida in cantina, o all'aperto con esposizione a nord.
Ciò vale a trattenere la loro vegetazione e, nello stesso tempo, a conservarli freschi.
Per l'esecuzione manuale solo la pratica potrà guidarci; potremo considerare l’innesto a spacco semplice e doppio, a corona, ad incastro o a triangolo, a linguetta o all'inglese. Data la natura dei tagli, è necessario ricorrere, il più delle volte, alla protezione con mastice. Nelle sue diverse applicazioni l’innesto a marza viene adottato per le moltiplicazioni di dalia (germoglio erbaceo inserito in un tubero); Conifere (pini, abeti); fruttiferi vari (pero, melo, ecc.); per ringiovanimento o cambiamento della varietà in soggetti adulti: ginestre, azalee, camelie, clematidi; rosai e lilla (su radici).
Innesti a gemma o ad occhi
consistono nell'inserire una gemma, fornita di una porzione della corteccia circostante, sotto la corteccia del portainnesto e pertanto si opera sempre su vegetazioni giovani, dell'anno. Quando la gemma è ben formata, cioè a primavera inoltrata (fine maggio-giugno, nell'Italia Centrale), la si distacca insieme alla corteccia a forma di scudetto o di anello e la si applica sul soggetto; nel primo caso con una incisione a T, T rovescio o a croce,oppure togliendo un anello uniforme tutt'intorno alla corteccia. L'innesto a gemma si può fare nell'epoca primaverile-estiva ed allora si chiama a gemma vegetante , non perché le gemme stiano vegetando all'atto dell'innesto che in tal caso sarebbe compromesso, ma perchè vegeteranno subito dopo l'attecchimento, di solito, dopo venti-trenta giorni. Se questo tipo di innesto si fa nella seconda metà dell'estate, la gemma resta chiusa dopo l'attecchimento, e germoglierà nella primavera successiva. Da ciò il nome di innesto a gemma dormiente .
In questa seconda epoca, è necessario accertarsi che la corteccia stacchi bene, altrimenti bisogna prima innaffiare abbondantemente per realizzare le condizioni per un buon attecchimento. A saldatura avvenuta, i tessuti forzeranno contro le legature, che saranno recise, operando dalla parte opposta della gemma innestata. Dopo il germogliamento della gemma bisogna gradualmente recidere la parte superiore del portainnesto (che serviva da tira-linfa) ed applicare un sostegno per guidare e proteggere il rametto nato dall'innesto. Questo tipo di innesto viene generalmente impiegato per rosai, agrumi, susino, cotogno, melo, pero, albicocco, pesco, mandorlo, lillà e molti arbusti da fiore.
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