Invasatura

Il termine invasatura dovrebbe essere riservato all'operazione consistente nel porre in vaso, per la prima volta, una pianta, sia che essa provenga da coltivazione in piena terra, sia che sia stata acquistata a radice nuda o con zolla ma sempre senza il vaso relativo. Il graduale passaggio da un vaso ad un altro più grande, che si rende necessario dopo un certo tempo dall'inizio della coltivazione, di solito a causa della crescita delle radici o della parte aerea della pianta, dovrebbe essere invece indicato con il terrnine di rinvasatura o rinvaso. La tecnica dell'invasatura non è difficile, purché si disponga del materiale adatto: contenitore, materiale per la fognatura, terriccio adatto e, naturalmente, alcuni attrezzi come palette di varie grandezze, un grosso e corto bastone di legno dalla punta arrotondata per pressare la terra intorno ai bordi dei vasi più grandi, ed alcuni bastoncini più sottili, ivi compreso uno di metallo per le piante spinose, tipo cactus, le cui spine si configgerebbero nel legno. Possedendo un giardino sarà di grande utilità porre un banco di altezza giusta nel locale adibito al riparo degli attrezzi, alla conservazione dei bulbi o all'immagazzinamento di vari tipi di terra o di vasi. L'esistenza di un simile locale. che al limite può essere anche una parte dell'autorimessa purche sia sufficientemente luminosa, permette non soltanto di compiere tutte le operazioni inerenti alla invasatura o al rinvaso con tutta comodità e con il minimo di fatica, ma permette anche di miscelare a tempo giusto i vari tipi di terricci in appositi recipienti, in modo da averli pronti al momento dell'uso. Nel caso che lo spazio non permetta un locale del genere oppure se l'invasatura riguarda piante da appartamento o da terrazzo (nel qual caso difficilmente si potrà adibire una stanza a questo unico scopo) bisognerebbe almeno avere la possibilità di tenere in posto adatto una certa quantità di vasi e di terriccio, per evitare che all'ultimo momento il raso prescelto si riveli troppo grande o troppo piccolo o manchi la quantità
di terra sufficiente alla grandezza del contenitore che si vuole usare. L'epoca più adatta per invasare una pianta (se è la prima volta) dipende dallo scopo dell'operazione e dal tipo di pianta da invasare. Una pianta acquistata potrebbe suscitare problemi, non conoscendo il periodo migliore, ma generalmente gli stessi vivaisti, negozi o magazzini, non vendono le piante se la stagione non è propizia all'impianto, sia esso in piena terra che in vaso. Le piante legnose a foglia caduca debbono essere messe a dimora durante il periodo di riposo, ed è per questo che da novembre a marzo noi vediamo in tanti negozi dei sacchetti contenenti le piante di rosa, già potate ed innestate, pronte ad essere poste in terra o in vaso secondo le possibilità. I sempreverdi invece debbono essere trapiantati con zolla e l'epoca migliore per la  invasatura sarà al principio della ripresa vegetativa, all'inizio della primavera o in piena estate, approfittando del semiriposo estivo e praticando in seguito abbondanti innaffiature. Né l'uno né l'altro di questi casi sono molto frequenti poiché la maggior parte delle piante arbustive viene coltivata in piena terra; tuttavia è possibile che su di un terrazzo venga effettuata la coltura in vaso o in conche di essenze legnose come rose lillipuziane o-polyantha, agrumi, oleandri ed altri. E’ anche possibile, in climi freddi, che alcune piante, come le Bougainvillea, vengano poste in terra durante l'estate per essere rinvigorite e siano di nuovo estratte ed invasate in autunno per farle svernare al riparo, previa riduzione delle radici e della chioma. Tuttavia il caso di invasatura che più frequentemente si presenta al dilettante, è quello di talee che abbiano radicato o di giovani piante ottenute per seme e già rimpiolate, o meno, che debbano essere poste in contenitori individuali dopo l'inizio della coltivazione effettuato in terrine. In tutti questi casi il metodo da seguire sarà sempre lo stesso: dopo aver bene fognato il vaso, ponendo uno o più frammenti sul fondo (i cosiddetti cocci ) affinché l'acqua possa fuoriuscire dal foro di scolo senza asportare la terra, si farà o meno la fognatura a seconda della grandezza del vaso e delle necessità della pianta; si porrà sopra di essa uno strato di terra sufficiente perché il colletto della pianta risulti alla giusta altezza e la pianta stessa vi si deporrà sopra, con le radici ben distese, se sono nude o avvolte in un pane di terra se hanno la zolla; si continuerà ad aggiungere terra mantenendo il fusto sempre sorretto e ben dritto, possibilmente al centro, sinché non abbia una certa stabilità; si scuoterà allora il vaso leggermente, ma a più riprese per fare assestare la terra che verrà compressa con cura fino a divenire compatta. Ciò servirà a non lasciare vuoti d'aria e a sostenere la pianta; bisognerà però aver cura di non ammassare troppo la terra stessa e, nel caso fosse necessario, se ne aggiungerà ancora in superficie. Questa ultima operazione è l'unica che richieda una certa esperienza, perché è facile che il principiante non abbia saputo valutare lo spessore del terriccio una volta compresso e la pianta può quindi risultare più bassa, nei confronti del bordo del vaso, di quanto dovrebbe essere. Se ciò si verificasse la cosa migliore sarebbe ripetere correttamente l'intero procedimento ma, non volendo ricominciare è meglio che la pianta sia lasciata troppo bassa anziché continuare ad aggiungere terra coprendo il colletto e parte del fusto, in quanto ciò potrebbe provocare marciumi o malattie. I vasi devono sempre essere puliti con cura prima dell'operazione: quelli già usati vengono posti in acqua calda e strofinati o spazzolati con una spazzola dura,eventualmente con una soluzione molto diluita di solfato di rame, mentre quelli nuovi devono essere lasciati a bagno per un certo periodo di tempo affinché la terracotta possa assorbire tutta l'umidità necessaria in modo che non ne tragga ancora dalla terra, vamificando le prime innaffiature. Naturalmente
ciò non è necessario per i vasi di plastica che dovranno essere puliti e non presentare incrostazioni nell'interno. Il terriccio deve essere leggermente umido, soprattutto quando è composto con terra di foglie o torba, che risulterebbero difficilissime da inumidire in seguito e che rimarrebbero asciutte lasciando scolare l'acqua senza assorbirla. Per quanto riguarda la rinvasatura, il procedimento è lo stesso: si preparerà il nuovo vaso con i suoi cocci e la sua fognatura coperta da una adeguata base di terra; quindi si svaserà la pianta dal recipiente precedente ponendo una mano sulla bocca del vaso e lasciando passare il fusto tra le dita, quindi si rovescerà il vaso stesso battendo leggermente il bordo su di una superficie dura (angolo di tavolino o altro spigolo) sinché il pane di terra non si distacchi. Il rinvaso inlatti dovrebbe essere fatto soltanto allorché le radici avranno girato il vaso, cioè avvolgano tutto il pane di terra sino alle pareti esterne del recipiente; sarà allora facile estrarre il tutto senza disturbo all'apparato radicale. Può accadere invece che il nostro giudizio in merito sia stato inesatto e che la pianta abbia ancora terra: in questo caso quella in eccesso cadrà dalla zolla; si rifarà la fognatura nel vecchio vaso e si porrà di nuovo la pianta su di essa fermandola bene e lasciandola indisturbata finché non abbia realmente necessità di altro spazio. A volte le radici si sono aggrappate alle pareti interne del vaso, soprattutto se questo non era pulito. In tale eventualità il sistema di battere l'orlo del vaso stesso su di uno spigolo duro non basterà e bisognerà prima di tutto dare una spinta leggera, ma ferma, con un bastoncino rigido, attraverso il foro di scolo, in modo che i cocci del fondo facciano leva aiutando ad espellere la zolla; in alcuni casi si dovrà addirittura passare con precauzione un coltello affilato tra il pane di terra e la superficie interna del vaso così da recidere le radici che vi aderiscono troppo; questo
però dovrà essere fatto soltanto in caso di assoluta necessità e quando gli altri sistemi abbiano fallito. Nel caso di piante troppo grosse e di vasi molto grandi, l'operazione dovrebbe essere eseguita da due persone; il vaso nuovo sarà preparato come al solito, la svasatura sarà effettuata appoggiando in terra il lato del vecchio vaso e spingendo dal foro di scolo, mentre un'altra persona regge il fusto e lo tira leggermente con piccole scosse per evitare danni e rotture. Comunque, una volta estratto il vecchio pane di terra, esso si appoggerà normalmente, senza disturbare
l'apparato radicale (ma soltanto scuotendo un poco della vecchia terra dalla parte superiore, presso il colletto) in modo opportuno, sul nuovo vaso preparato adeguatamente: reggendo la pianta si larà scivolare il terriccio tutto intorno, servendosi delle mani, di una paletta o di un cucchiaino per le piante molto piccole o spinose. Anche in questo caso la terra deve essere umida (ma non bagnata) e si presserà tutto intorno dopo aver scosso il vaso di tanto in tanto, in modo che non rimangano vuoti d'aria. Tutte e due le operazioni dovranno essere seguite da una prima abbondante innaffiatura che imbibisca a fondo tutto il terriccio. Le piante invasate o rinvasate dovranno dapprima essere mantenute all'ombra con umidità sufficiente sino alla ripresa. Un caso eccezionale di rinvaso si presenta quando una pianta e deperita ed il suo apparato radicale è compromesso. In questo caso la pianta dovrà essere estratta dalla sua sede precedente, le radici morte o marcite saranno tagliate accuratamente e si dovrà rinvasarla in un vaso più piccolo dove l'apparato radicale potrà rigenerarsi senza essere soffocato da un peso eccessivo di terra, mantenuta appena appena rrmida finché la pianta non dimostri una ripresa vegetativa.
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