Quiabentia

Il nome deriva dall'indigeno Quiabent. È un genere di cactus appartenenti alla
tribù delle Opuntaeae, ma ancora assai vicini alle Pereskia, dato che le foglie,
pur essendo caduche, sono ovali e piuttosto grandi; nel loro habitat originario
essi formano cespugli o sono addirittura arborei, ramificando orizzontalmente.
Le areole sono grandi, provviste di spine e di glochidi; le specie sono cinque, tutte dell'America Meridionale, ma si incontrano raramente in coltivazione.
Specie coltivate: quiabentia verticillata, della Bolivia, è alta circa m 2 ed ha rami di
circa cm 2 di diametro, molto spinosi; i fiori sono rossastri; quiabentia zehntneri, originaria del Brasile, è alta quasi m 3, le foglie sono lunghe cm 5 e le areole sono armate con sottili spine bianche; i fiori sono rossi.
Coltivazione: il terriccio dovrà essere molto poroso, ma sufficientemente ricco, composto di terricciato di letame ben maturo al quale verrà aggiunta una buona parte di sabbia grossolana. La temperatura minima invernale si dovrà aggirare sui 4°C, per quanto possa occasionalmente scendere leggermente; la posizione dovrà essere luminosissima, con leggero riparo dal sole diretto nelle ore e nei mesi più caldi. Le innaffiature dovranno essere effettuate soltanto dai primi di marzo ai primi di novembre, mantenendo la pianta asciutta in inverno, purché la temperatura non sia molto più elevata di quella indicata, nel qual caso saranno necessarie sporadiche innaffiature. La riproduzione si effettua per mezzo dei semi, grandi e duri, che saranno preferibilmente lasciati 24 ore nell'acqua, prima della semina, allo scopo di ammorbidirli. Il terriccio dovrà essere fine e sabbioso, mantenuto umido ed ombreggiato ad una temperatura di 21°C circa, finché la germinazione non abbia avuto luogo. I semenzali potranno essere invasettati quando appaiono ben caratterizzati, con areole e spine evidenti.
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