Il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha svelato i punti salienti che dovrebbero salvare l’Italia dall’attuale crisi economica.
36 Province verranno abolite, e che i comuni sotto i 1000 abitanti siano gestiti solo dai sindaci.
Cancellata la provincia di Matera, con meno di 300.000 abitanti (circa 230.000).
Con la cancellazione di questa provincia, la Basilicata rimarrebbe solo con quella di Potenza, abitata da circa 383.000 persone, con 100 comuni.
Le altre regioni che verrebbero penalizzate dal taglio delle Province sono il Molise, con tutte e due le province di Campobasso e Isernia sotto i 300.000 abitanti, la Toscana, Liguria, e la Sardegna dove su 8 province, ben 6 cadrebbero sotto la scure della riforma del Governo: Oristano, Olbia Tempio, Nuoro, Ogliastra, Medio Campidano, Carbonia-Iglesias.
In Toscana, ben 5 province su 10, rischiano di sparire: Grosseto, Massa Carrara, Pistoia, Prato, Siena.
Il Piemonte passerebbe da 8 a 4 province con l’eliminazione di Asti, Biella, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli.
In Liguria da 4 province passerebbe a 1 sola provincia (Genova), visto che sono tutte e tre sotto i 300.000 abitanti.
In Friuli Venezia Giulia, le province che rischiano la cancellazione sono Gorizia e Trieste.
In Umbria rimarrebbe una sola provincia (Perugia), eliminando quella di Terni.
In Calabria su 5 province, sarebbero cancellate quelle di Vibo Valentia e Crotone.
Nelle Marche sparirebbero 2 su 5 province, quelle di Ascoli Piceno e Fermo.
Silvio Berlusconi ha anche annunciato che i comuni sotto i 1000 abitanti siano gestiti solo dai sindaci.
I Comuni interessati dalla manovra sono 30, e sono situati tutti in Puglia e Basilicata.
Il primo fra tutti è Ceglie San Vito in Provincia di Foggia, con 173 abitanti, è il più piccolo dei comuni.
In base al progetto del Governo, ad eccezione del primo cittadino, sono vice sindaco, accessori e consiglieri comunali che dovranno uscire di scena.
In Puglia sono 6 i Comuni che non raggiungono i 1000 abitanti, tutti in Provincia di Foggia, comprese le Isole Tremiti, con appena 486 abitanti, anche se per diversi mesi l’anno, si registrano migliaia di presenze turistiche.
In Basilicata sono 20 i Comuni della Provincia di Potenza che non raggiungono i 1000 abitanti, e 4 in Provincia di Matera.
La maxi manovra finanziaria, prevede anche il contributo di solidarietà, una tassa sui redditi dei cittadini.
Per coloro che hanno reddito superiore a 90.000 euro, il contributo è del 5%.
Oltre 150.000 euro il contributo è del 10%.
I contribuenti che verranno colpiti dalla dall’addizionale Irpef sono oltre mezzo milione (511.534), cioè 1,2% del totale dei contribuenti.
La super manovra da 45 miliardi verrà attivata nel biennio 2012-2013, con un impatto economico pari a 25 miliardi nel 2012, e fino a 49 miliardi nel 2013, raggiungendo così il pareggio del bilancio.
Manovra finanziaria 2011, abolite 36 Province, prelievi redditi oltre 90mila euro
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E’ una vera farsa quella delle province da abolire, se non fosse drammatica la penallizzazione per tanti cittadini italiani considerati di serie B, una vera mortificazione. Veramente scandaloso cancellare solo alcune province, perchè si ridurrano solo ad una manciata quelle soppresse, da 110 a 100, dopo il necessario riaccorpamento, calpestando le realtà locali, le loro specificità ed i loro bisogni. E’ come eliminare materialmente alcune comunità del nostro paese, in barba al concetto di autonomie locali ed al federalismo, di cui ci si riempe la bocca soltanto a parole. Erano trent’otto in base al criterio dei 300.000 abitanti sbandierato fino a ieri, e chissà poi perché 300.000 e non 500.000 abitanti, se se ne volevano cancellare un bel numero, quasi la metà, od addirittura tutte quante, per ottenere un bel risparmio. Ma per poi sostituirle con che cosa, con altri enti, più o meno inutili!? Od accorparle con altre, che diventerebbero così ancor più pletoriche e spendaccione!? In Italia, patria del diritto, esso non esiste più, se con una manovra finanziaria, anziché aggredire l’evasione fiscale, le rendite parassitarie ed i tanti grandi patrimoni nati su di essa, si cancellano invece con un colpo di spugna, d’autorità, enti locali storici riconosciuti con leggi dello Stato!? Pertanto o si aboliscono tutte le province, 109 o 110, a seconda che Aosta sia considerata provincia o regione autonoma, o si conservano tutte, nessuna esclusa, per una questione di pari dignità tra i cittadini italiani. L’unica cosa legittima che il Governo potrebbe fare, sarebbe quella di ridurre l’apparato burocratico, maggiormente se le province sono piccole e non annullarle, chiedendo semmai l’autosufficienza finanziaria, in modo da ridurre i costi della politica. Fermo, per fare un esempio, ha appena due anni, ed ha solo duecento dipendenti, a malapena, soltanto uno per ogni mille abitanti, e funziona bene, con pochissima spesa, a fronte del servizio utile che rende, per cui perché dovrebbe essere abolita a favore di un’altra più grande, che in proporzione al numero di abitanti residenti, costa ai cittadini molto, ma molto di più, per svolgere le stesse funzioni che la provincia di Fermo assolve egregiamente, e tanto meglio di altre realtà provinciali più grandi!? O si aboliscono tutte, assegnando le funzioni relative a regioni e comuni, o si mantengono in base a criteri di funzionalità e spesa, unici parametri economici d’efficienza, più che per il numero di abitanti o di estensione. Se si controllasse invece i costi di ognuna, si scoprirebbe di sicuro che sono le più grandi a costare salate ai cittadini. E comunque per un’eventuale revisione, si deve seguire la via parlamentare di una legge costituzionale ordinaria, che discuta la distribuzione amministrativa dello Stato sul territorio, e non secondo alzate d’ingegno.
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