In base al DPR 412 del 26/08/1993, ci sono dei limiti di tempo e orari entro i quali gli impianti di riscaldamento pubblici e privati, possono rimanere in funzione.
Al di fuori di questi periodi, gli impianti di riscaldamento possono essere accessi solo in condizioni climatiche che ne giustifichino il funzionamento, e comunque con una durata giornaliera non superiore alla metà di quella a pieno regime.
Il limiti che ne indicano periodi e orari precisi, non vengono applicati a ospedali (o altri luoghi di cura), sedi diplomatiche e organizzazioni internazionali (non in stabili condominiali), scuole materne e asoli nido, alberghi, pensioni (o simili), piscine, saune, strutture artigianali, industriali con particolari esigenze.
Per conoscere periodi e orari in cui possiamo accendere gli impianti termici, dobbiamo prima conoscere la nostra zona climatica.
Il territorio nazionale infatti, è suddiviso in 6 zone climatiche: A-B-C-D-E-F.
Ogni singolo comune può appartenere ad una zona climatica diversa.
Selezioniamo la nostra regione, troviamo il nostro Comune di residenza e la rispettiva zona climatica:
Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia,Toscana ,Trentino Alto Adige, Umbria, Valle D’Aosta, Veneto.
Dopo aver visto in quale zona climatica appartiene il nostro Comune, vediamo i periodi di accensione e orari consentiti:
Zona Climatica | Periodo di accensione | Ore consentite |
A | 1 dicembre -15 marzo | 6 ore giornaliere |
B | 1 dicembre -31 marzo | 8 ore giornaliere |
C | 15 novembre -31 marzo | 10 ore giornaliere |
D | 1 novembre -15 aprile | 12 ore giornaliere |
E | 15 ottobre -15 aprile | 14 ore giornaliere |
F | nessun limite | nessun limite |
In situazione climatiche particolarmente avverse, i sindaci possono ampliare i periodi annuali di funzionamento, e le ore giornaliere consentite.
Per i proprietari degli immobili che hanno la responsabilità di gestione e controllo degli impianti termici, e che non rispettano le normative vigenti, rischiano sanzioni da 500 a 3000€.
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