Alberi da frutto: scelta specie, varietà e come coltivarli

È raro trovare riunite in un giardino tutte le condizioni favorevoli a coltivare ogni tipo di fruttifero adatto al clima del luogo, per cui la scelta si può fare solo tra le specie più idonee alle condizioni ambientali, che possono variare anche in modo determinante nello spazio di poche decine di metri.

Terreni e situazioni
Le condizioni ideali sono costituite da terreni sciolti, freschi, profondi, ben drenati e sui quali siano stati coltivati ortaggi per alcuni anni, così da avere una riserva di sostanze nutritive.
Un terreno riparato da forti venti può evitare molti danni e, relativamente al gelo, è meglio usufruire di un leggero pendio che permetta all'aria fredda di non ristagnare sulle piante.
Sarà bene, inoltre, evitare l'ombra e collocare le piante in pieno sole.
La prima cosa da considerare è la profondita del suolo, cioè la quantità di terreno sfruttabile che si trova sopra la roccia madre e che, di solito, è maggiore nelle valli che sui fianchi o sulle cime delle colline. Persino nelle zone pianeggianti la profondità varia notevolmente, da punto a punto, anche per effetto dell'azione dell'uomo che ha agito sul terreno per i suoi scopi.
Spesso, il sottosuolo viene estratto ed esposto alla luce ed all'aria per la prima volta: in questo caso, esso richiede di essere trattato con molta cura od abbondantemente concimato.
I suoli argillosi, umidi e poco areati in inverno, ma secchi e duri in estate, possono dare buoni risultati, purché si migliori il drenaggio e vengano forniti di abbondante sostanza organica. L'uso di protezioni, fatte con paglia o con altro materiale analogo, facilita lo scolo delle acque durante l'inverno e, nello stesso tempo, conserva una discreta umidità anche nelle estati più secche.
In situazione completamente diversa si trovano i suoli ghiaiosi e quelli che contengono abbondante sabbia grossolana: essi, di solito, sono molto poveri e non hanno capacità di trattenere l'acqua. Per tale motivo, d'estate diventano aridi causando il deperimento delle piante che vengono, appunto, a mancare d'acqua, proprio nel periodo della fruttificazione, quando ne avrebbero più bisogno. Questa condizione di rapido scolo delle acque si verifica anche durante gli inverni più umidi e piovosi: è raro, quindi, che si debba intervenire per facilitare il drenaggio. Anzi, è bene aggiungere a questi suoli ingenti quantità di sostanza organica e paglia per ridurre l'evaporazione e, durante l'estate, quando la pioggia è spesso insufficiente, è necessario irrigarli in maniera adeguata. Inoltre essi, come i terreni gessosi, hanno bisogno di aggiunte di sostanze nutritive.
I terreni torbosi sono tra i più inadatti per la coltivazione di piante da frutto, escluse le fragole. Infatti, essi trattengono una grande quantità d'acqua durante l'inverno, ma in seguito ad una estate molto arida, per la presenza della torba, riassorbono difficilmente l'umidità e le piante possono quindi sentire un notevole danno.
La profondità del terreno utilizzabile è altrettanto importante quanto il tipo.
Tutte le piante da frutto possono produrre un maggior numero di radici di quanto sia possibile immaginare, sia per quanto riguarda l'ancoraggio al substrato, che il nutrimento; di conseguenza, più profondo sarà il suolo, tanto più si avranno condizioni migliori per la vegetazione. Se la profondità del suolo è inferiore a cm 40 bisognerà avere particolari cure non appena le piante cominceranno ad attecchire; sarà allora necessario ricorrere alla concimazione ed all'irrigazione.
Un terreno superficiale, profondo non più di cm 30-40 circa, può andare bene per le fragole: queste infatti, pur avendo un apparato radicale che scende molto in profondità, vengono raramente coltivate sullo stesso terreno per più di tre anni consecutivi, e spesso anche per meno.
Vi sono poi diversi modi per rendere più profondi alcuni tipi di terreni superficiali: in certi casi, la roccia madre può venire frantumata, senza però essere portata in superficie. Si costituisce così un substrato complessivamente più profondo che permette alle sostanze fertilizzanti e all'acqua di essere conservate meglio e l'aria, essenziale per una buona crescita, può penetrare con facilità nel terreno.

Bisogna stare attenti alla preparazione del suolo perché le piante possono soffrire ed anche morire rapidamente se sono messe a dimora in terreni preparati da poco e per giunta freddi ed umidi: la precedente produzione di una buona quantità di verdura può costituire una condizione eccellente, dal punto di vista fisico-chimico, per la coltivazione di piante da frutto, specialmente quando siano stati aggiunti in abbondanza concimi organici (per es. letame) ed altri fertilizzanti per gli ortaggi. Se si piantano fragole, non è necessario ricorrere ad ulteriori fertllizzazioni. Dopo la raccolta delle verdure, si può anche non lavorare la terra, a parte quelle operazioni indispensabili per eliminare le erbacce ed i residui della precedente coltura;a questo punto sono essenziali sia buone condizioni fisiche del suolo, sia un'adeguata profondità di esso, mentre si provvederà più tardi, non oltre il mese di settembre, alla fertilizzazione ed all'irrigazione.
Quando gli alberi vanno piantati in un terreno erboso, si deve procedere per tempo all'aratura, in modo da consentire al suolo di assestarsi.

Nutrizione
L'acqua è il primo elemento per la nutrizione delle piante e, senza un quantitativo adeguato, sia la crescita che il raccolto possono risentirne sfavorevolmente: i periodi di maggiore necessità sono la primavera e l'estate.
Un terreno profondo avrà quasi sempre un'opportuna riserva d'acqua, mentre uno superficiale non potrà far fronte ai periodi più siccitosi, e si dovrà quindi procedere all'irrigazione.
Alberi ed arbusti appena piantati avranno bisogno di aiuto in quasi tutte le stagioni e un po' di protezione mediante paglia, od altri materiali affini, diminuirà le perdite d'acqua per evaporazione.
I mesi più critici sono quelli primaverili, durante i quali sbocciano i fiori, si formano i frutti, crescono le foglie insieme ai nuovi rametti che si sviluppano molto rapidamente: tutta questa attività richiede una grande abbondanza d'acqua.
Nelle zone dell'Italia settentrionale (abbastanza umide anche d'estate) sarà sufficiente, per tutta la stagione, effettuare un'irrigazione all'inizio di maggio, impiegando circa cinque litri di acqua per m2, e fare inoltre un'adeguata protezione con sostanza organica come, per es. la paglia; mentre, nel resto della penisola, a clima spiccatamente mediterraneo, si dovrà effettuare almeno un'altra irrigazione durante i mesi estivi. È da tener presente che, prima di irrigare, bisogna togliere la protezione e ricordarsi di metterne una nuova dopo aver distribuito l'acqua.

Per mantenere le piante sane ed in buona produzione, sono anche indispensabili molti elementi chimici contenuti di solito nel terreno: il più importante tra questi è l'azoto, oltre al potassio, al fosforo, al calcio, al manganese ed al magnesio e oltre a piccole quantità di boro e di altri elementi.
Gran parte dei fruttiferi dà risultati migliori in terreni acidi; ma se tale acidità diventa eccessiva allora va corretta mediante l'uso di idrato di calcio nella dose di gr 240 al m2, per uno o due anni. Tale trattamento sarà seguito da un'analisi chimica del terreno per determinarne il grado di acidità e le altre caratteristiche più importanti.
La sostanza organica si può presentare sotto diverse forme: letame di stalla, composta organica, residui della lavorazione della birra, torba, altri residui in genere, nessuno dei quali è veramente completo, ma che, aggiunti al suolo, o usati per proteggerlo dall'evaporazione, ne aumentano la fertilità generale e ne migliorano le condizioni; il loro uso tuttavia dovrebbe essere limitato ai casi di effettiva necessità.
Oggi poi è disponibile una vasta gamma di fertilizzanti artificiali che possono dare ottimi risultati se impiegati con buon senso. E’ consigliabile, quando possibile, fare o far fare da istituti specializzati un'analisi del suolo, in modo da poter adottare i rimedi più opportuni, specialmente dopo l'esame degli alberi e degli arbusti.

Coltivazione
La maggior parte delle piante da frutto dovrebbe essere coltivata su terreno privo di altra vegetazione e ben preparato e lavorato. È tuttavia possibile, ed anche a volte necessario, far crescere dell'erba intorno agli alberi già affermatisi. Ciò rende più facile e più piacevole raggiungere gli alberi in qualsiasi periodo dell'anno, camminando nell'erba anziché sulle zolle; bisogna allora effettuare almeno uno sfalcio durante l'estate, perche non vi sia un pericolo di concorrenza per le piante.
In alcuni casi però, durante la stagione asciutta, l'erba, anche se tenuta bassa, entra ugualmente in competizione con le colture per l'acqua e per le sostanze nutritizie di cui quindi bisogna fornirne una quantità sufficiente, altrimenti le piante ne verranno a soffrire.
I frutti carnosi si sviluppano meglio su terreni lavorati, ma persino in questi la competizione delle male erbe può essere notevole.
Almeno la terra attorno alle giovani piante dovrebbe essere tenuta ben libera fino a quando queste non abbiano ben attecchito.
I moderni diserbanti hanno facilitato il compito di tenere il terreno sgombro, tuttavia tali prodotti vanno usati con grande cautela ed in dosi alquanto basse a causa della loro tossicità per gli animali, uomo compreso, nonché per il pericolo che il loro uso prolungato possa portare all'isterilimento del terreno.
Una volta effettuato l'impianto, le lavorazioni del suolo dovranno essere alquanto superficiali. Infatti se saranno profonde, danneggeranno certamente le radici e diminuiranno quindi la loro capacità di nutrire la pianta.
A volte, però, una tale forma di potatura delle radici può risultare utile, quando ad esempio l'apparato radicale è troppo sviluppato rispetto alla parte aerea. Se sarà necessario effettuare, dopo la raccolta della frutta, delle lavorazioni più profonde per rompere la crosta superficiale ed eliminare le erbe infestanti, novembre è il mese più adatto. Così facendo, il terreno ha la possibilità di risistemarsi prima della primavera seguente.
Da marzo in poi, sarà sufficiente lavorare uno strato superficiale di due o tre centimetri, per evitare la germinazione dei semi di piante indesiderate. Inoltre, lo strato lavorato protegge il terreno sottostante e riduce l'evaporazione; invece arature profonde ottengono l'effetto contrario, senza contare che qualsiasi operazione si rendesse necessaria, l'effetto sarebbe più rapido nei terreni lavorati. Quando si lascia crescere l'erba intorno alle piante, sarà bene non consentirle di raggiungere un'altezza superiore a cm 8-10 durante l'estate; le parti tagliate dovrebbero poi essere lasciate sul posto a decomporsi.
Può essere necessario tagliare l'erba parecchie volte tra maggio e settembre, a seconda delle precipitazioni piovose. Sui suoli leggeri e superficiali, un tappeto erboso può rendere le cose peggiori, portando via acqua alle piante coltivate, a meno che si proceda ad intense irrigazioni e contemporaneamente a proteggere efficacemente il suolo. Sui pendii fortemente inclinati l'erba aiuterà a mantenere il terreno stabile, riducendo l'erosione del suolo. È importante eliminare completamente l'erba che cresce intorno ad alberi che, anche se sani, producono frutti in quantità molto scarsa; tale operazione verrà effettuata mediante la lavorazione del suolo. Sarà bene non scendere in profondità con le lavorazioni, dato che gran parte delle radici sono superficiali e verrebbero quindi facilmente danneggiate. Una volta eseguiti i lavori, gli alberi da frutto risponderanno bene alle concimazioni, ma dopo un anno potrà essere nuovamente necessario ripetere le operazioni suddette.

Scelta delle piante
Il suolo è la base del successo per la crescita dei frutti, ma subito dopo viene la scelta delle piante. Nessuno sceglierebbe piante stentate, misere e con foglie malate; ma bisogna anche porre attenzione a scegliere una specie ed una varietà adatta alle condizioni locali.
È cosa opportuna servirsi di piante prodotte in vivai di provata serietà in modo da garantirsi un materiale sano.
Nel corso degli anni molte buone varietà sono sparite o sono diventate molto deboli a causa di attacchi di malattie da virus. Poiché ben poche delle vecchie varietà si sono dimostrate resistenti a queste malattie, i ricercatori hanno selezionato nuove forme resistenti. Oggi, grazie a lunghi studi e ad attente sperimentazioni, la situazione sanitaria delle piante da frutto è notevolmente migliorata e chi le compra ha ottime possibilità di acquistare materiale sano. Tuttavia queste piante possono essere ancora attaccate da malattie da virus ed alcune di queste sfortunatamente non possono essere combattute con i mezzi ordinari. Le piante rese immuni nei riguardi di certe malattie sono più forti, più produttive ed i loro frutti sono più grandi di quelli delle piante non selezionate.
Il lavoro, eseguito su alcune vecchie varietà, le ha rese non solo resistenti, ma alcuni dei loro migliori caratteri sono stati esaltati, mentre alcuni lati negativi sono non di rado completamente spariti. Oltre che ad aumentare la scelta delle varietà, i ricercatori hanno anche cercato di allevare alberi da frutto di minori dimensioni, specialmente Meli, Peri, Susini e Ciliegi. Infatti, se le dimensioni sono ridotte, le piante possono essere più facilmente curate, il raccolto della frutta risulta assai più facile ed in definitiva si rivelano ideali per il giardino di modeste dimensioni.

Cloni
Di solito le piante moltiplicate per talea, utilizzando rami di un anno e tagliandoli a pezzettini di cm 25 ciascuno, sviluppano meglio, sono più produttive e risultano più adattabili ai diversi tipi di suolo. Per questi motivi è sconsigliabile ricorrere a piante direttamente provenienti da seme, ed il sistema dei cloni diffusi per talea si è affermato in pochi anni. Come materiale di base (barbatelle), si usano semenzali dai quali vengono prelevate le talee usando la porzione basale del giovane fusto. Dalla scelta del materiale da impiegare per farne talee dipenderanno sia le dimensioni delle future piante, che l'abbondanza e la qualità dei frutti. È quindi evidente l'importanza di una accuratissima scelta.

Il Melo è stato l'oggetto del maggior numero di ricerche. Nella Stazione sperimentale di East Malling, in Inghilierra, è stata selezionata una serie di cloni delle varietà Dolcigno, Paradiso e di altre ancora contrassegnate, le prime due, dalla sigla EM, seguita da un numero romano, le altre dalla sigla MM, seguita da un numero romano o cardinale.
Tra i più conosciuti vi è EM XII, assai vigoroso, EM IX, piuttosto precoce nell'iniziare la produzione, EM VII, di caratteristiche intermedie. Altri cloni noti sono MM IX, MM II, MM 104, MM 111 e MM 24 che dà luogo ad alberi di notevoli dimensioni. Non si è ancora riusciti, per quanto riguarda il Susino, a selezionare una serie di varietà piccole, adatte per essere impiegate nei giardini di ridotte dimensioni.

Selezione delle varietà
La scelta delle varietà dipende molto dai gusti personali, ma una certa guida può essere trovata nella consultazione di cataloghi e libri specializzati e nel consiglio di esperti, anche se dilettanti, frutticoltori. Oggi sono a disposizione numerose varietà, mentre alcune, un tempo assai usate, sono ormai praticamente scomparse. Presso i vivai commerciali si possono trovare solo quelle che incontrano una certa domanda sul mercato e ciò per ovvie ragioni di convenienza economica. In genere, le possibilità di scelta per il giardino sono maggiori che per il frutteto. poiché nel primo caso si è meno legati a criteri di tornaconto economico.
E’ evidente che si possono avere produzioni migliori e più regolari se si attua una rigorosa selezione. Questo principio, sempre valido, lo diventa particolarmente nel caso degli alberi da frutto. Alcune varietà danno buone produzioni anche quando venga allevato un individuo solo ed assai lontano da altri ad esso simili.
Si tratta in questi casi di piante non autosterili, nelle quali cioè il polline può fecondare i pistilli prodotti sulla stessa pianta o su altre della medesima varietà.
Ricerche scientifiche accurate hanno confermato l'esperienza di molti giardinieri e frutticoltori e cioè che non è consigliabile allevare una sola varietà; tenendo presente questa ed altre regole relative alle possibilita di fecondazione, si possono evitare molte delusioni.
In generale gli alberi da frutto possono essere divisi in tre gruppi:

a) varietà autocompatibili (autofecondanti), che danno luogo ad una completa produzione di frutti con il proprio polline;
b) varietà solo parzialmente autocompatibili, che danno una produzione di frutti parziale con il proprio polline;
c) varietà autoincompatibili, che non danno luogo ad alcuna produzione con il proprio polline.
Teoricamente dovrebbero venire impiegate solo varietà autocompatibili, ma poiché ve ne sono alcune che, pur non avendo tale caratteristica, hanno altre eccellenti qualità, bisogna prevedere un certo impiego anche di queste ultime.
In caso le varietà autofecondanti vengono impiegate per la produzione di polline. Con l'aiuto di molti insetti, specialmente api, il polline viene trasferito da pianta a pianta e da varietà a varietà quando queste sono in piena fioritura; e si ha così la cosiddetta fecondazione incrociata.
Tale operazione viene coronata da successo, si ha cioè la fecondazione con conseguente sviluppo del frutto, quando le piante sono abbastanza vicine le une alle altre e le condizioni del tempo favoriscono l'attività degli insetti impollinatori (chiamati insetti pronubi). I risultati possono essere scarsi nel caso di tempo freddo e molto umido, quando persino le varietà autofecondanti possono dare risultati mediocri.
Va ricordato infine che l'impollinazione incrociata è benefica per la produzione di frutti di tutte le varietà. Quando si vuole ricorrere a tale tipo di fecondazione, bisogna fare attenzione a che le piante scelte fioriscano nello stesso tempo. Ma con certe piante, come Susini e Ciliegi, oltre ad adottare questo accorgimento bisogna anche avere l'accortezza di scegliere molto accuratamenie le varietà da consociare, affinché si abbia la fecondazione. Come già accennato, qualunque varietà si scelga come impollinante, è essenziale assicurarsi, oltre al fatto che fiorisca regolarmente ogni anno, anche che il suo periodo di fioritura si sovrapponga per parecchi giorni a quello delle altre varietà impiegate.

Ciliegio
Le varietà di Ciliegio a frutto dolce sono autosterili ed anche l'impollinazione incrociata potrà produrre raccolti pregevoli solo se sarà stata fatta un'accurata selezione delle varietà da impiegare, dato che se appartengono allo stesso gruppo non possono fecondarsi l'una con l'altra.
Anche nel caso del Ciliegio è importante assicurarsi che le piante consociate abbiano un ugual periodo di fioritura. Le numerose varietà di ciliegio coltivate vengono suddivise in quattro gruppi a seconda del tipo di frutto e cioè:
a) Duracine: Corniola, Bella di Pistoia,Turca, Durona di Verona, Bigarreau
Moreau, Precoce Burlat;
b) Tenerine: Precoce della Marca, Regina del mercato, Mora di Vignola, Goriziana, Moretta, Precoce di Bolzamo, Caccianese, Acquaviva;
c) Visciolone: Inglese precoce, Regina Ortensia, Bella di Chatenay;
d) Marasche: Agriotta del Nord, Agriotta a gambo corto, Amarena di Pescara.

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Fragola

Le fragole coltivate producono frutti assai più grandi e vistosi, anche se meno pregiati come sapore, di quelli della fragola selvatica (Fragaria vesca), comune nei nostri boschi.
Le varietà coltivate derivano tutte da due specie americane: Fragaria chiloensis e Fragaria virginiana.
Vi sono varietà unifere che danno frutti in una sola epoca, e fragola rimontanti o rifiorenti, che invece fruttificano durante tutta la buona stagione; queste ultime sono poco diffuse in Italia poiché si dovrebbero avere alcuni raccolti in piena estate, in un momento quindi poco favorevole per la siccità e le elevate temperature. La fragola si adatta agli ambienti più disparati, tuttavia, nelle zone a clima siccitoso durante l'estate, è necessario provvedere all'irrigazione. La maggior parte delle varietà sono autofecondanti.

Melo
Alcune varietà non producono alcun frutto quando sono autofecondate, mentre altre, in favorevoli condizioni, hanno una buona produzione. I raccolti sono migliori quando è possibile ottenere l'impollinazione incrociata. Vi sono non poche varietà di uso comune che danno risultati piuttosto scarsi come autoimpollinatrici (varietà triploidi) ma la maggior parte di esse è diploide, cioè con un numero normale di cromosomi, ed allora l'impollinazione avviene molto bene. È importante che in un impianto vi siano almeno due varietà diploidi, a meno che l'impollinante scelto non sia già da solo sufficientemente autofecondante. Bisogna poi stare sempre attenti a che i periodi di fioritura delle diverse varietà coincidano almeno in parte. Le temperature invernali e le località di impianto possono influenzare (ma piuttosto relativamente) il periodo di fioritura. Le varietà da tavola, che più interessano chi alleva i meli per proprio diletto, vengono divise, a seconda dell'epoca di maturazione dei frutti, in tre gruppi e cioè:
a) estive (da luglio a settembre), come l'Astracan bianco e rosso e la Yellow
transparent;
b) autunnali (da settembre a metà dicembre), come la Gravenstein, la Delicious, la Renetta del Canada, la King David;
c) invernali (da metà dicembre a maggio), come la Limoncella, la Rosmarina bianca, la Wagener.

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Pero

Le varietà di pero oggi reperibili sul mercato sono meno fertili delle precedenti. La maggior parte di esse è autosterile e per fruttificare deve essere in consociazione con varieta impollinatrici adatte. Non è rara la partenocarpia, cioè la fruttificazione non preceduta da fecondazione, nel qual caso il frutto non contiene alcun seme. Si distinguono, a seconda del periodo di maturazione dei frutti, varietà:
a) estive, come la Citron des Carmes, l'lncrocio Morettini 113, la Precoce di
Trévoux, la Coscia, la William precoce;
b) autunnali, come la B. Hardy, la Duchessa d'Angouléme, la Kaiser, la Curato;
c) invernali, come la Passa colmar, la Passa Crassana, la Decana d'inverno. la Spina Carpi.

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Pesco

La maggior parte delle varietà sono autofecondanti, tranne poche eccezioni, come la Hale, che produce polline di ben scarsa qualità.
E’ una pianta che richiede molto calore ed una notevole luminosità. Alcune varietà inoltre come la Bella di Roma precoce, la Golden east, la Mayflower ed altre, hanno la necessità fisiologica di basse temperature invernali. Nell'Italia settentrionale è preferibile l'esposizione a sud, mentre, nella parte meridionale della penisola, dove il clima è più secco, per cui è necessario anche procedere all'irrigazione, bisogna scegliere un'esposizione prevalentemente verso nord.
A volte, può essere consigliabile piantare diverse varietà insieme, ciascuna con differenti esigenze di temperatura, anche se modeste, in modo da evitare la perdita totale del raccolto, se durante la fioritura si ha un periodo di temperature sfavorevoli per una determinata varietà.

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Susino

Mentre vi sono numerose varietà di susino fecondabili con il loro proprio polline, altre, anche pregiate, sono autosterili. E’ cosa opportuna assicurarsi l'impollinazione in un frutteto, piantando almeno anche una varietà conosciuta come autofecondante. Le varietà di susino si possono classificare a seconda del grado di autosterilità e del periodo di maturazione. Si riportano qui di seguito gli elenchi delle varietà più usate nel nostro paese, suddivise secondo i criteri sopra illustrati:
a) autosterili: Burbank, Santarosa, Shiro, America, Combination, Heron, Ogden, Oberdan, Satsuma;
b) autofertili in diversi gradi: Chalco, Giant, Mirabolano, Santarosa, Burbank ;
c) precoci: Ruth Gerstetter, Florentia, Methley, Morettini 355, Shiro;
d) tardive: Stanley, Prugna d'Este 707, Giant, Regina Vittoria, Prugna d'ltalia.
Le varietà più precoci si possono impiegare con successo nelle zone a clima
più benigno. Nella parte settentrionale della penisola invece ed in genere nelle zone meno favorite dal clima e dove quindi la fruttificazione è più tardiva, si possono impiegare con successo le varietà a maturazione meno precoce.

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Protezione delle piante da frutto

Attacchi di insetti o dovuti ad altre cause possono rovinare non solo l'aspetto esteriore del frutto ma spesso anche la sua qualità.
Bisogna quindi non di rado adottare delle misure atte a tenere sotto controllo questi nemici evitando, quando si può, di usare sostanze chimiche, come insetticidi e fungicidi, spesso assai tossici anche per gli animali a sangue caldo, uomo compreso. Insetti e funghi si trovano, più o meno abbondanti, su moltissime piante. Ma diventano pericolosi solo quando le piante vengono attaccate in modo massiccio così da subire evidenti danni.
La lotta contro questi indesiderati ospiti è resa più difficile dal fatto che essi compiono il loro ciclo anche a spese di piante spontanee. Quando viene preparato il terreno per la piantagione, bisogna dare una attenta occhiata per individuare eventuali presenze dannose come ad esempio le larve di Maggiolino, che mangiano le radici delle giovani piante. Bisogna fare attenzione anche alle vecchie ceppaie che possono albergare il fungo Armillaria mellea (Chiodino), che si può quindi diffondere nel terreno ed attaccare ed uccidere le radici. Sia numerose piante perenni, che parecchie erbe infestanti a ciclo annuale, possono fungere da ospiti per un gran numero di malattie e certe virosi possolto essere trasmesse in questo modo ed attaccare le piante da frutto.
Avere un terreno libero da parassiti è fondamentale per ottenere una situazione sanitaria soddisfacente, al momento della crescita delle piante e del raccolto del prodotto.
Si trovano sul mercato diversi tipi di fungicidi ed insetticidi iniettabili nel suolo, ma il loro uso è da limitarsi ai casi veramente gravi. Anche se le piante vengono messe a dimora perfettamente sane ed il suolo è in buone condizioni sanitarie, non è affatto difficile che presto o tardi arrivi l'attacco di qualche parassita.
La maggior parte di essi appare quando le piante stanno crescendo ed emettendo nuovi rami, foglie, fiori e frutti.
Tra gli insetti i più dannosi sono gli afidi, che comprendono molte specie succhiatrici di linfa, e gli stadi larvali di altre famiglie di insetti, che in tale periodo della loro vita, quando vengono chiamati comunemente bruchi, hanno un grande appetito e divorano qualsiasi sostanza vegetale.
Gli afidi attaccano le piante durante tutta la buona stagione e passano l'inverno come uova, annidate in qualche punto riparato di un albero o di un arbusto. Gli afidi possono aumentare con grande rapidità e causare gravi danni che si esplicano nella presenza di rametti distorti, foglie accartocciate, fiori e frutti mal ridotti e scadenti.
Soprattutto nei periodi siccitosi è necessario vigilare costantemente per intervenire al momento opportuno con prodotti adatti, scegliendo sempre i meno tossici per gli altri animali e le piante.
I bruchi di varie specie possono svernare, non di rado, anche ad una certa
distanza dagli alberi da frutto, per poi trasferirsi ed attaccarne le parti preferite, dalla primavera fino al tardo autunno.
Il ragnetto rosso è un parassita che durante l'estate può danneggiare seriamente gli alberi. Gli adulti succhiano la linfa dalle foglie che diventano bronzee ed in caso di un attacco severo possono provocare l'arrossamento dei frutti. Le infestazioni massicce di questi piccolissimi animaletti, facilmente riconoscibili per le loro dimensioni ed il colore rosso vivo, possono essere combattute irrorando le piante con opportuni prodotti chimici.
Ma i peggiori nemici degli alberi da frutto sono le muffe, che durante l'estate possono arrivare a coprire le foglie, i frutti ed i giovani rametti con un denso feltro di colore bianco-grigiastro. Queste malattie, come del resto anche molte altre, continuano ad infestare gli stessi ospiti anno dopo anno; ed una volta che si sono affermate diventa piuttosto difficile averne ragione. I funghi del genere Botrytis producono una muffa grigia che attacca i frutti carnosi, rovinandoli gravemente proprio al momento del raccolto.
Altre specie rovinano le mele e le pere già raccolte e, in caso di attacco severo, possono causare anche cancri sulle parti legnose.
La lista di questi nemici delle piante da frutto potrebbe essere molto lunga.
Fortunatamente però vi sono dei mezzi di lotta che, se usati opportunamente e con accortezza, si rivelano efficaci nel controllo di quasi tutte le malattie. Vi sono poi alcune buone regole che, usate in giardino, specialmente durante l'inverno, stagione del riposo vegetativo, possono essere assai efficaci per tenere a bada i nemici delle nostre piante.
Molti di questi infatti (si considerano qui i nemici animali) svernano sugli alberi nello stadio di uovo, larva od adulto.
Una prima raccomandazione consiste nel bruciare tutte le parti asportate con la potatura e tutti i frammenti più o meno grandi di corteccia che si stacchino dalla pianta. Le parti cancerose devono venire ripulite eliminando tutto il legno malato e quindi è necessario effettuare sulla ferita delle spennellature con sostanze che favoriscano la cicatrizzazione. Bisognerebbe poi anche eliminare, intorno alla base delle piante, l'erba infestante.
Sarà inoltre utile fare delle anellature ad una certa altezza intorno al tronco dell'albero in autunuo con sostanze grasse ed appiccicose,per intrappolare gli adulti di alcune specie di farfalle dannose, quando si arrampicano sull'albero per deporvi le uova. E’ necessario poi raccogliere e distruggere sempre i frutti malati od infestati da parassiti. Le foglie cadute al suolo possono essere portatrici di malattie e conservare in vita i parassiti, dall'autunno alla primavera seguente; è consigliabile perciò raccoglierle con cura e bruciarle.
Può essere anche opportuno l'impiego di olii minerali, preferibilmente leggeri e cioè derivati dal petrolio; oltre ad avere una buona funzione ovicida, essi eliminano anche gli adulti di molte specie di insetti e sono efficaci anche contro alcuni parassiti vegetali.
Per difendersi dai danni provocati da piccoli mammiferi come topi, ratti ed altri roditori, è opportuno impiegare sostanze repellenti che, messe sui prodotti da difendere, tengono lontani, risultando assai sgradevoli sia al gusto che all'olfatto, gli ospiti indesiderati.
Non si raccomanderà mai abbastanza invece la necessità di difendere e di proteggere gli uccelli che frequentano i giardini. Cincie, pettirossi, capinere, picchi, merli, fringuelli, ecc. divorano infatti una gran quantità di insetti nocivi e costituiscono una delle principali armi che la natura ci regala per difendere gratuitamente le nostre colture.
Purtroppo, nel nostro paese, questi simpatici ed utili ospiti che ornano i giardini, con la loro voce, la loro vivacità e la loro grazia, vengono massacrati a milioni grazie ad un'anacronistica legge sulla caccia, oggi ancora in vigore malgrado gli sforzi di tante organizzazioni protezionistiche, con i fucili e con le reti, dalla fine di agosto, quando molti hanno ancora i piccoli nel nido, fino all'ultimo giorno di marzo, quando praticamente tutti hanno già cominciato l'allevamento della prima nidiata, per cui l'uccisione di un adulto porta alla distruzione di un'intera covata.
I superstiti vengono poi decimati dall'uso sempre più diffuso che oggi si fa di prodotti chimici per l’agricoltura, soprattutto insetticidi e diserbanti. in molti casi estremamente tossici anche per gli animali superiori. Ma un giardino non è completo senza uccelli ed alla voce relativa verrà spiegato come preparare le casette nido per la nidificazione, diverse da specie a specie, e come nutrire, specialmente durante l'inverno, i piccoli ospiti.

Oggi si tende ad arrivare all'impiego, per la difesa dei prodotti agricoli dai loro nemici, della cosiddetta lotta integrata, che consiste nell'usare prodotti chimici meno tossici possibile e nella quantità minore; si cercherà di integrarli potenziando al massimo altri tipi di difesa come quelli di cui si è fatto cenno più sopra, chiamati tecnicamente mezzi agronomici, e soprattutto mediante la lotta biologica, imperniata sullo sfruttamento, a vantaggio dell'economia umana, dell'azione dei numerosi predatori e parassiti degli insetti fitofagi. Infatti i principali nostri alleati contro gli insetti sono altri insetti, che spesso vengono uccisi dall'impiego di insetticidi non adatti.
Altri danni possono essere causati dal vento e dal gelo. Nelle zone più ventose bisogna prevedere una protezione contro i venti più violenti, ed a volte bisogna proteggere le piante con dei ripari. Le gelate tardive, che colgono gli alberi durarrte la fioritura, possono causare gravissimi danni, provocando l'aborto di gran parte ed a volte di tutti i fìori. Per evitare od lameno attenuare questi danni, è molto importante la scelta di varietà adatte al clima della zona, in linea generale sarà opportuno impiegare varietà a fioritura tardiva, nelle zone soggette a gelate primaverili.

Conservazione frutti
Spesso, poichè di solito gli amanti del giardinaggio coltivano gli alberi da frutto principalmente per diletto, accade che venga prodotta una quantità di frutta superiore al fabbisogno.I frutti maturi possono essere conservati in vari modi, così quelli carnosi, con o senza nocciolo centrale, si prestano bene ad essere inscatolati, imbottigliati o tenuti a temperature molto basse. Le mele e le pere possono essere conservate per settimane ed anche per mesi, in ambiente fresco.

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