Pianta di Alocasia: specie, coltivazione

ll nome deriva probabilmente da una corruzione di Colocasia, altro genere cui appartengono piante molto simili, della stessa famiglia.
Perenni sempreverdi, per lo più da serra calda, coltivate per il loro fogliame ornamentale di forma e colori diversi.
Sono tutte provenienti dall'Asia tropicale e quindi richiedono temperature elevate, ma Alocasia odora, una delle specie più grandi, originaria di Formosa e delle Filippine, può essere benissimo coltivata in serra quasi fredda; nei climi più miti d'Italia può essere coltivata all'aperto in luogo ombreggiato. Si tratta di piante velenose.

Specie coltivate:
Alocasia argyracea
, ibrido di alocasia longiloba pucciana, dalle lunghe foglie sagittato-peltate, ricoperte internamente di riflessi argentei sul fondo verde-scuro;
Alocasia cuprea
, originaria del Borneo, ha foglie peltate, verde-lucente ramato con vene profondamente depresse che le rendono corrugate, pagina inferiore viola-scuro;
Alocasia indica
può crescere fino a m 2, con foglie di circa cm 50 e lunghi piccioli, formando un corto ed eretto fusto; ha foglie sagittate verde-oliva; varietà metallica originaria della Malesia, con riflessi metallici sulla pagina superiore delle foglie, la pagina inferiore porpora scuro;
Alocasia korthalsii, proveniente dal Borneo, ha foglie sagittate verde-oliva con le venature principali fortemente marcate in bianco-argento;
Alocasia macrorhiza, orecchie d'elefante, originaria della Malesia e di Ceylon, diviene quasi arborescente; ha tronco grosso e robusto che cresce sino a m 4,50, grandi foglie sagittate, verdi e carnose con vena centrale rilevata: la citata Alocasia odora è molto simile, ma naturalmente nessuna delle due, coltivate in vaso, raggiunge simili proporzioni, per quanto possano diventare ragguardevolmente grandi;
Alocasia sanderiana, proveniente dalle Filippine, ha foglie sagittate verde-argenteo con venature bianche e margini profondamente lobati contornati da una linea bianca.

Coltivazione: le Alocasie hanno bisogno di alte temperature e costante umidità, le innaffiature potranno essere frequenti in estate, più diradate in inverno, comunque è essenziale un alto ed efficientissimo drenaggio del vaso, possibilmente anche con carbone di legno dolce, perché esse hanno grosse e carnose radici che marciscono con molta facilità.
Per la stessa ragione il composto dovrà essere molto poroso, con terra di foglie poco matura, torba, zeccoli di castagno e pezzettini di carbone. Un cuscinetto di sfagno sul vaso può essere di valido aiuto purché tenuto soltanto leggermente umido. A volte, nell'inverno, la parte aerea può morire per cause esterne, come mancanza di umidità atmosferica o attacco di acari, ma se il ceppo non è marcito e la pianta è ben stabilizzata con rizomi o tuberi sotterranei già formati, germoglierà di nuovo in primavera.

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