Il nome ha conservato l'origine latina (saccharum zucchero). Il genere è costituito da otto specie diffuse nelle aree tropicali e temperate; alcune di esse rivestono un ruolo importantissimo nell'economia mondiale per i prodotti ricavati da alcune parti della pianta, mentre altre sono apprezzate come ornamentali grazie all'eleganza delle piumose infiorescenze e alla forma cespitosa che esse assumono. Tutte le piante sono costituite da un robusto rrzoma, dal quale si originano numerose radici fascicolate, situate soprattutto in corrispondenza dei nodi, e da fusti aerei che, contrariamente alla maggior parteo dei componenti la famiglia delle Graminacee, risultano ripieni di midollo. Il culmo in alcuni casi può raggiungere anche i m 6 di altezza e su di esso si inseriscono alternativamente lunghe foglie lanceolate; all'estremità superiore del culmo si formano, al momento della fioritura, numerose spighette riunite in infìorescenze a pannocchia, spesso molto vistose ed ornamentali.
Specie coltivate: Saccharum arundinaceum cresce spontaneo nelle isole della Malaysia ed in India, dove produce un culmo alto fìno a m 4 terminante con grandi infiorescenze piumose di un colore biancastro o leggermente rosato: il midollo trova impiego industriale nella fabbricazione di carta; Saccharum officinarum costituisce la ben nota canna da zucchero coltivata a Cuba, in Brasile, in India, in Messico, in Australia, in Cina, nelle
Filippine, negli Stati Uniti e sporadicamente, anche in zone piùrlontane dai tropici, per esempio in Egitto ed in Sicilia. Le canne da zucchero vantano una coltivazione antichissima, limitata però alle regioni che si affacciano sul golfo del Bengala, dove l'estrazione dello zucchero risale al 400 a.C.: da quì la coltivazione delle piante, originariamente caratterizzate da un fusto sottile, si è allargata alla Cina e ai Paesi Arabi attraverso i quali è giunta nel Mediterraneo dando luogo ad una fiorente industria e ad un altrettanto fiorente commercio del prodotto finito e raffinato. Dopo la scoperta dell'America, tuttavia. le attività legate alla produzione dello zucchero in Europa subirono un calo notevole, dovuto principalmente alla concorrenza esercitata dalle coltivazioni oltre Atlantico, capaci di produrre una maggiore quantitù di zucchero a causa delle condizioni ottimali in cui le piante venivano a trovarsi. L'incremento di tale produzione si spiega anche con il fatto che, nella coltivazione, sono state introdotte varieta a fusto molto più
grosso provenienti da Tahiti. Oggi i maggiori produttori di zucchero, a livello mondiale, sono i paesi compresi in una fascia limitata a sud del 30°parallelo e a nord dal 37°. Le piante raggiungono i m 4 di altezza con i grossi culmi aventi talvolta il diametro di cm 5. Questi si originano dai rizomi sotterranei che sopravvivono diversi anni e presentano, al livello dei nodi, le inserzioni delle lunghe e strette foglie, dal margine sottilmente dentellato, destinate ad una vita assai breve. Prima della fioritura infatti le foglie cominciano ad appassire e a disseccare. Alla base delle foglie è sempre presente una guaina che si allarga nella parte inferiore per avvolgere il fusto. Alla sommità del culmo si forma la grande infiorescenza
a pannocchia ampiamente ramificata e costituita da coppie di spighette di cui generalmente una è fertile ed una è sterile. La fecondazione è molto difficile e le cariossidi perdono rapidamente la germinabilità per cui la propagazione avviene esclusivamente per via vegetativa, dividendo i rizomi in pezzi che presentino almeno una gemma. Questi sono posti in solchi precedentemente preparati, sono ricoperti di terra e, se l'ambiente non è abbastanza umido, si procede ad irrigazioni. Ben presto si sviluppa il nuovo apparato radicale e dalla gemma si origina il primo culmo seguito da altri nati dalle gemme formatesi alla base, fino al completo accestimento della pianta. Quando le foglie cominciano ad ingiallire si tagliano i culmi, si privano delle foglie, e si avviano subito agli zuccherifici. dove si procede alla macerazione meccanica mediante rulli e all'estrazione con acqua delle parti zuccherine; in questo modo si ottiene uno sciroppo denso che, dopo evaporazione e chiarificazione, costituisce il saccarosio grezzo. Dalla lavorazione si ottiene quale sottoprodotto la melassa che, per fermentazione, produce rum.
In ltalia crescono spontaneamente tre specie, tutte di dimensioni inferiori a quelle della canna da zucchero: in Sicilia, nelle province di Messina e Palermo si rinvengono i folti cespugli di Saccharum aegyptiacum dai culmi alti fino a m 2, terminanti con infiorescenze piumose nel periodo compreso tra settembre e novembre; Saccharum ravennae, conosciuta con il nome volgare di canna di Ravenna, cresce nei luoghi sabbiosi ed umidi, specialmente in prossimità dei litorali: possiede fusti cespugliosi e glabri e produce, alla fine dell'estate, ampie pannocchie oblunghe, lunghe fino a cm 60, con rami patenti formanti pennacchi bianco-sericei: Saccharum strictum ha fusti molto più esili ed infiorescenze che si differenziano nettamente da quelle della specie precedente per essere costituite da pannocchie oblungo-lineari, strette, con rami appressati e rossicci. Cresce nei luoghi sassosi dolomitici e la fioritura ha luogo da giugno a settembre.
Coltivazione: il terreno più adatto per la coltivazione di queste graminacee dovrà presentarsi soffice e leggero. Quasi tutte le specie possono essere coltivate all'aperto nei nostri climi, avendo cura di riservare le posizioni più riparate soprattutto a quelle piante che hanno origini tropicali. La propagazione si effettua senza alcuna difficoltà mediante talee ottenute recidendo il rizoma in pezzi muniti di qualche gemma e posti a radicare direttamente nel terreno.
Canna da zucchero
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