Saccolabium

Il nome deriva dal latino saccus sacco e labium labbro, labello , in riferimento alla forma del labello forgiato a sacchetto. Si fratta di orchidee tropicali epifite, molto affini a Vanda; esse sono oggi smembrate in numerosi altri generi, data la loro disparità, ma l'antico nome è rimasto nell'uso corrente e le denominazioni della recente suddivisione sono di solito usate soltanto come sinonimi. Le piante hanno fusto eretto e fogliato, che si accresce all'apice, con foglie distiche carnose e coriacee e racemi laterali di fiori molto addensati e numerosi, piuttosto piccoli o di media grandezza, con petali e sepali simili ed espansi e labello a forma di sacchetto aperto verso la base e saldato con la base del gimnostemio. Le specie elencate sono tutte originarie dell'lndia e della Malesia.
Specie coltivate: Saccolabium ampullaceum è un'epifita dal fusto corto, che non sorpassa i cm 30 d'altezza, con foglie lineari o nastriformi dall'apice dentato; i racemi eretti sono multiflori, con fiori piccoli color rosa-carminio intenso; Saccolabium bellinum ha foglie nastriformi che raggiungono i cm 30 di lunghezza e racemi ascellari con fiori grandi circa cm 4, carnosi, con sepali e petali gialli macchiati in viola scurissimo e labello bianco punteggiato in viola: Saccolabium giganteum ha un grosso fusto fittamente ricoperto di foglie; le infiorescenze sono pendule, con molti fiori piuttosto piccoli ma profumati, con sepali e petali bianchi punteggiati in viola e labello color malva: Saccolabium miniatum è una piccola pianta alta circa cm 20 con foglie lineari ed infiorescenze erette lunghe come il fusto, con fitti e piccoli fiori color arancione brillante.
Coltivazione: queste orchidee sono adatte soltanto per serra calda ed hanno bisogno di un altissimo grado di umidità ambientale. Il substrato dovrà essere molto poroso, composto di radici di osmunda e sfagno mescolate con molti tritumi di laterizi e carbone per mantenere il più alta possibile l'aerazione intorno alle radici, molto carnose; anche i vasi dovranno essere ben fognati e le specie a racemi penduli saranno preferibilmente coltivate in sospensione. La luminosità dovrà essere ottima, anche se non troppo soleggiata; le innaffiature potranno essere abbondanti durante il periodo vegetativo, integrate da spruzzature, ma saranno ridotte durante l'inverno, per quanto il riposo non debba essere ne completo né troppo marcato e l'umidità atmosferica debba essere mantenuta alta. La temperatura minima invernale sarà di 18°C. La moltiplicazione non è facile: essa può essere effettuata per mezzo delle vegetazioni che talvolta appaiono alla base dei fusti: queste si distaccano e si fanno radicare nel substrato suddetto, con forte umidità.
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