Il nome, attribuito a Plinio, conserva la sua origine latina; si deve però sottolineare che, comunemente, le due sole specie che appartengono a questo genere non sono affatto conosciute con tale denominazione ed anche molti floricoltori le considerano appartenenti all'affine Cytisus. Laburnum è un genere indigeno dell'Europa e spontaneo anche in Italia nei boschi della fascia montana e sub-montana. È rappresentato da piccoli alberi, alti fino a m 7-8, o arbusti; quest'ultima forma si trova più frequentemente allo stato spontaneo. Si tratta di individui rustici, decidui, dalle foglie color verde scuro, trifogliate sui lunghi picciuoli, dalle caratteristiche infiorescenze pendule, gialle, coi fiori del tutto simili a quelli della glicine (Wistaria). I frutti, molto abbondanti, sono ovviamente dei legumi che contengono semi altamente velenosi e mortali per l'uomo; anche le foglie contengono un alcaloide che le rende tossiche, ma è curioso come questo effetto si manifesti solo verso alcuni animali e non verso altri che, come conigli e lepri, se ne cibano. Un tempo la pianta veniva usata anche in medicina, ma ora questo uso è stato abbandonato proprio a causa dell'alta tossicità. ll nome comune francese 'faux ébenier'. cioè 'falso ebano ', è dovuto alle caratteristiche del legno: scuro, molto resistente ed usato perciò in sostituzione del vero ebano per molti lavori di alto artigianato.
Specie coltivate: Laburnum alpinum è un piccolo albero di circa m 5-7 di altezza, che in Italia è spontaneo nei boschi delle Alpi e dell'Appennino Settentrionale e Centrale, con stazioni nel Salernitano, nell'Avellinese e nella Calabria Occidentale. Le foglioline, di colore verde cupo, sono glabre nel lembo, ma il margine e la nervatura mediana sono provvisti di lunghi peli patenti; anche i legumi sono sempre glabri. I fiori, che sbocciano da maggio a luglio, sono portati da racemi lunghi anche cm 30; sono profumati e totalmente gialli anche nel vessillo; Laburnum anagyroides è il nostro maggiociondolo o avorniello, molto comune nei boschi di tutta la penisola. Si distingue dalla specie precedente per le foglie color verde glauco, con la pagina inferiore ricoperta di peluria sericea. La sua fioritura è più precoce: aprile-maggio; i grappoli, sempre penduli, sono meno lunghi ed i fiori hanno il vessillo con macchiettature porporine al centro. I frutti sono vellutati, ma durante la maturazione diventano glabri. Da questa specie si sono ottenuti, in coltura, molti ibridi e varietà aureum col fogliame dorato, autunnale che ha una seconda fioritura in autunno, pendulum che è una forma scandente, mentre la varietà pyramidalis è
eretta ed ha un andamento a piramide. Infine Laburnum x watereri, che è l'ibrido tra le due specie Laburnum alpinum x Laburnum anagyroides, è anch'esso un albero di alcuni metri dai bellissimi e lunghissimi racemi.
Si seminano in primavera o in autunno o, direttamente all'aperto. Le varietà invece si moltiplicano sempre per talea o per margotta o anche per innesto sulla specie.
Laburnum
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