Laurus

Il nome conserva la sua origine latina; esso deriva, secondo alcuni autori, dal termine celtico laur verde e secondo altri dal latino laudo lodare, in quanto con l'alloro venivano incoronati poeti ed eroi fin dai tempi degli antichi Greci. Il genere è costituito da due sole specie: laurus nobilis, originaria del bacino mediterraneo e laurus canariensls, proveniente dalle isole Canarie. La prima è molto diffusa nella nostra penisola, dove costituisce uno degli elementi tipici della vegetazione denominata da alcuni autori lauretum, la cui distribuzione interessa il margine interno e superiore delle colline litoranee. La pianta è comunemente nota con i nomi volgari di lauro o alloro; manca nelle regioni meridionali dal clima troppo secco e pertanto viene considerata di transizione tra le piante xerofile della macchia mediterranea e quelle più idrofile del tipo querceto. Generalmente ha un portamento arboreo, il tronco esile e cilindrico raggiunge l'altezza di m 15-18; presenta una corteccia sottile cosparsa di placche biancastre. Notevole importanza è rivestita dalle foglie intensamente aromatiche, alterne e persistenti, di forma ovoidale e di una bella colorazione verde lucente nella pagina superiore. Le piante sono dioiche, portanti quindi o fiori maschili giallognoli e precocemente caduchi con stami sporgenti, o fiori femminili racchiudenti un pistillo
che, quando sarà fecondato, darà origine ad una drupa carnosa blunera.
Da questi frutti si estrae un olio essenziale, usato in farmacologia per la preparazione dell'unguento laurino curativo dei dolori reumatici. Le foglie trovano impiego in profumeria, nell'industria dei liquori, nella preparazione di decotti calmanti e soprattutto in cucina per aromatizzare le vivande. Le piante vengono coltivate comunemente anche nei giardini delle nostre città dove rivestono un'importante funzione ornamentale. Con i fusti in campagna si preparano ottimi tutori delle viti. La specie laurus canariensis raggiunge i m 15 di altezza ed è caratterizzata da foglie più larghe, lunghe fino a cm 10
e ad fiori giallo-verdastri piccoli ma più appariscenti di quelli di laurus nobilis.
Coltivazione: questi alberi, tipici di un clima temperato, non tollerano temperature troppo basse per cui se ne sconsiglia la coltura nelle località caratterizzate da geli intensi e prolungati. Nel giardino gli arbusti saranno messi a dimora durante la stagione autunnale, su un terreno ben drenato, alleggerito con sabbia ed esposto in pieno sole o anche a mezz'ombra. Volendo coltivare in vaso, si dovranno scegliere recipienti profondi almeno cm 60 ed effettuare potature regolari per migliorare la forma e limitare l'accrescimento delle piante. La moltiplicazione vegetativa non presenta difficoltà e può essere attuata sia per talea che per propaggine. La semina si effettua con semi perfettamente maturi che abbiano quindi assunto un colore nero ed un aspetto grinzoso.
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