Lavandula

Il nome ha conservato la sua origine latina. Il genere comprende circa 20 specie con piante fruticose o suffruticose, originarie del bacino mediterraneo, dove contribuiscono a formare la caratteristica associazione chiamata gariga, che è una degradazione della macchia mediterranea. Sono tutte caratterizzate da fusti ascendenti e foglie coperti da peli che emettono un intenso profumo; per circa quattro secoli hanno costituito il più comune e diffuso prodotto impiegato per impartire un gradevole e tipico profumo ad indumenti e biancherie. Quasi tutte le specie si presentano come cespuglietti aggrovigliati di colore verdegrigiastro, con foglie lineari e piccoli fiori profumati, riuniti in infiorescenze dense talvolta terminate da una chioma di brattee colorate a funzione vessillare. Si rinvengono sui pendii dei monti, nelle zone aride e brulle. Vengono
spesso utilizzate nei giardini per formare bordure di piccole dimensioni e per limitare i viottoli.
Specie coltivate: lavandula dentata raggiunge l'altezza di m 1 e sboccia nei mesi di luglio ed agosto con fiori blu-lavanda; è una specie piuttosto delicata per cui necessita di protezione durante i mesi invernali; cresce spontanea nelle regioni mediterranee della Spagna; lavandula lanata, alta fino a cm 60, è originaria della Spagna ed è caratterizzata da fusto e foglie abbondantemente ricoperti di lanugine bianca; lavandula pedunculata, originaria della Spagna e del Portogallo, è una specie non completamente rustica; è caratterizzata da fiori color violetto-porpora, portati alla sommità di scapi
fiorali alti circa cm 60; la fioritura ha luogo durante l'estate; lavandula latifolia, diffusa nei luoghi aridi o nelle formazioni a gariga della zona tirrenica, fiorisce nella tarda estate e all'inizio dell'autunno; presenta brattee fogliacee, strette,verdastre e fusto legnoso. I fiori, violacei o bianchi, sono riuniti in spicastri lassi: lavandula spica è forse la specie più diffusa nella nostra penisola dove si presenta con un fusto eretto, ricoperto da peli ascendenti, ramificati, con rami fioriferi portanti fiori riuniti in spicastri regolarmente distanziati e formanti un'infiorescenza spiciforme mai sormontata da grandi brattee. I fiori, violacei o bluastri, raramente bianchi, presentano un tubo basale che si apre nella parte superiore con due labbra. Le foglie sessili hanno forma lineare, lanceolata con margine intero, e sono ricoperte di peluria biancastra. Nell'industria profumiera vengono utilizzati gli spicastri dai quali, per distillazione, si ottiene l'essenza di lavanda. Le piante trovano impiego anche per le proprietà medicinali dovute alla presenza di sostanze ad azione antispasmodica. La varietà alba è caratterizzata da fiori bianchi; la varietà compacta da dimensioni ridotte; la varietà rosea da fiori rosa-lillacini; la varietà nana alba, infine, è caratterizzata da cespugli nani con fiori bianchi; lavandula stocheas, spontanea nelle regioni sud-occidentali europee, è presente in Italia nei luoghi aridi del versante tirrenico e delle isole. Fiorisce da maggio a giugno con spicastri densi, quadrangolari, sormontati da un ciuffo di grandi brattee sterili vivacemente colorate. I fiori sono di una tonalità porporino-bluastra; lavandula vera raggiunge i cm 60 di altezza con i cespugli folti costituiti da fusti ramificati, foglie argentee e fiori blu pallido su lunghi spicastri.
Coltivazione: queste piante vengono sistemate a dimora, avendo cura di scegliere
una posizione aperta e soleggiata ed un terreno leggero ed asciutto; è infatti noto che un substrato umido può risultare talvolta letale, soprattutto nella stagione più calda. Dopo la fioritura si taglieranno gli steli alla base, lasciando soltanto la porzione legnosa da cui, nella primavera successiva, si origineranno i nuovi scapi fioriferi. Se i fiori devono essere conservati per aromatizzare, si recideranno gli spicastri durante il periodo di fioritura. Le piante si moltiplicano tacilmente per mezzo di talee basali, messe a radicare nel mese di agosto, in cassone freddo, o nel mese di ottobre, all'aperto, in posizione ben riparata. È anche possibile effettuare la moltiplicazione vegetativa per divisione
dei cespi durante la primarera. Le specie non rustiche devono essere protette durante l'inverno per prevenire i danni da gelo; si possono anche coltivare direttamente in serra fredda o in luogo riparato, con una temperatura invernale non inferiore a 4°C. Per la realizzazione di bordure le piante verranno sistemate in file alla distanza di cm 25-40 l'una dall'altra, a seconda dello sviluppo della specie.
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