Con il termine ramo di indica l'asse secondario di un tallo di funghi o di alghe o di uno dei tre costituenti del corpo delle piante più evolute, cioè radice, fusto, foglia; il valore morfologico del ramo è uguale a quello dell'asse primario. Negli alberi si distinguono i rami primari o maestri, detti anche branche, che formano l'impalcatura dell'albero: su questi sono inseriti i rami di secondo ordine, sui quali s'impiantano i rametti, di due o più anni; questi infine portano i ramoscelli, che sono i rami dell'annata, detti anche vermene, getti, ramicelli, germogli, ecc.. e, nella vite, tralci o capi. Alcune piante portano dei rami modificati esili, flessibili e nudi: questi danno origine a vegetazioni apicali che radicano a contatto del suolo e spesso hanno radici aeree anche qualora tale contatto non avvenga; essi sono detti stoloni. Normalmente i rami del fusto si sviluppano dalle gemme, abbozzi di germogli che conservano una parte dei tessuti meristematici dell'apice del fusto. Tale conformazione è normalmente sfruttata nella pratica dell'innesto a gemma o ad occhio. In alcune piante si notano i rami lunghi o macroblasti, con internodi e foglie distanziate e rami brevi o brachiblasti, con internodi corti e foglie ravvicinate. In arboricoltura si distinguono: rami a frutto o rami fruttuanti, quelli che producono solo fiori e quindi frutti, rami a legno o rami legnanti, quelli che producono solo foglie, e rami misti, quelli che danno sia foglie sia frutti; forme particolari dei rami in arboricoltura sono borsa, brindillo, dardo, lamburda.
Ramo
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