Kalanchoe

Il nome è di origine incerta: si suppone che sia derivato dal cinese. Alcuni autori hanno persino fatto l'ipotesi che esso sia stato inventato per caso dal botanico francese Michel Adanson, vissuto nel sec. XVIII, che fu il primo ad usarlo. Il genere comprende specie africane, in particolar modo del Madagascar. Si tratta di succulente di varia forma e portamento, talvolta suffrutescenti, con foglie opposte e carnose che possono essere sessili o picciuolate, intere, spesso crenate; i fiori sono riuniti in cime o racemi, campanulati con quattro lobi, di color giallo. scarlatto o violaceo; in alcune specie essi sono molto vistosi. ln questo genere sono spesso compresi oggi i Bryophyllum che hanno la particolarità di emettere propaguli radicanti ai margini o all'apice delle foglie.
Specie coltivate: kalanchoe beharensis, del Madagascar, è una succulenta arbustiva che in natura può raggiungere i m 3; ha grandi foglie astate, quasi triangolari, fittamente pubescenti, color ruggine sulla pagina superiore e argentate su quella inferiore; i fiori sono giallastri con interno
violaceo; le radici forti ed espanse germogliano verso la punta, formando spesso colonie di piccole piante; kalanchoe blossfeldiana, originaria del Madagascar, è una delle specie più comuni e più conosciute e viene usata, nelle numerosissime varietà e cultivar che ne derivano, come pianta ornamentale da interno per la sua fioritura invernale. Ha foglie carnose ed obovate, leggerrnente crenate e spesso concave, fusto ramificato; i fiori, riuniti in dense pannocchie dal lungo peduncolo, sovrastano il fogliame; nella specie tipo sono rossi, ma dagli incroci sono risultate piante compatte e basse, molto adatte per coltura in vaso, con fiori che variano dal rosso all'arancio. Questi ibridi, molti dei quali sono stati ottenuti per incrocio con la kalanchoe globulifera, sono trattati come annuali, poiché negli anni seguenti la fioritura decade, ed essi vengono seminati in gennaio-marzo in serra temperata per ottenere, nell'inverno seguente, una bella fioritura che può essere anticipata a dicembre sottoponendo le piante, sin dalla fine di agosto, ad un trattamento di giorno corto: questo si effettua dando loro soltanto nove ore di luce fino alla comparsa dei boccioli; kalanchoe flammea, del Somaliland, è poco ramificata, ha foglie dentate grigio-verde e lunghe infiorescenze di fiori piuttosto grandi, di color rosso-arancio esternamente e rosso nell'interno: kalanchoe longiflora, del Natal, è una succulenta vigorosa, con fusto quadrangolare, foglie dentellate o crenate, di color verde-grigiastro che diviene rossastro e metallico in buona luce; i fiori sono giallo-arancione ; kalanchoe marmorata, originaria dell'Etiopia, è una grossa pianta con foglie carnose ed obovate, di color verde-celeste con riflessi rosati quando sono in ottima luce, macchiate in bruno violaceo scurissimo; desidera luce fortissima per non perdere i suoi bei colori: all'ombra le foglie si allungano e divengono verdi;kalanchoe pumila, del Madagascar, è una pianta bassa e cespugliosa con foglie coperte da una patina grigio-rosata e fiori rosa-violacei; kalanchoe tomentosa, del Madagascar, ha fusto eretto e ramificato, foglie interamente coperte di pubescenza bianca e folta, con l'apice dentato marginato in marrone scuro; i fiori sono piccoli e biancastri.
Coltivazione: il terriccio deve essere molto permeabile, composto di terra fibrosa con l'aggiunta di sabbia grossa o di altro materiale drenante; la posizione deve essere luminosissima, altrimenti le piante divengono eziolate e le foglie impiccoliscono e sbiadiscono. La temperatura minima invernale dovrebbe aggirarsi sui 5-7°C, ma la maggior parte delle specie possono sopportare anche occasionali abbassamenti di clima,purché siano mantenute asciutte; negli interni riscaldati, però, è quasi impossibile, tranne che in serre luminosissime, fornir loro luce sufficiente a mantenerle
in buone condizioni, perciò non sono di solito considerate buone piante d'appartamento. Le innaffiature estive, in tutti i nostri climi, potranno essere frequenti ed abbondanti senza provocare danno, ma una leggera ombreggiatura nelle ore più assolate sarà utile; impedirà infatti che le foglie secchino alla base del fusto lasciandolo nudo. Tranne kalanchoe la  blossfeldiana, di cui si è detto e che difficilmente si potrà far fiorire bene l'anno seguente, le piante possono essere mantenute in vita per molti anni: tuttavia, dal momento che le piante giovani hanno migliore aspetto, è bene rinnovarle spesso per mezzo di talee apicali fatte radicare in terriccio sabbioso, a fine primavera, in una temperatura di circa 21°C. Fa eccezione la kalanchoe beharensis, i cui vecchi e grandi esemplari hanno foglie così grandi da non essere molto adatti alla coltura in vaso; sarà allora più consigliabile usare, per la moltiplicazione, le giovani piantine
che appaiono intorno alla pianta madre. Alcune specie, dalle foglie molto carnose, si moltiplicano facilmente anche per talea di foglie posta a giacere
su sabbia appena umida sempre con un buon calore ambientale; per altre, invece, tale metodo di moltiplicazione è più difficile ed e consigliabile usare le punte dei rami ben fogliate. La riproduzione può essere effettuata anche per seme, che è finissimo e richiede quindi tutte le precauzioni necessarie; esso non deve essere interrato ma deve essere sparso e pressato sul substrato umido, sotto vetro e con buon calore. Tuttavia le piante si incrociano facilmente tra di loro e con la semina non si può essere sicuri di ottenere la varietà desiderata. La fioritura di tutte le specie è inrernale, in quanto si tratta di piante brevidiurne; essa si ottiene pero difficilmente. a meno che non si conceda loro, per tutto il periodo autunnale, un minimo di 14 ore ininterrote di buio completo.
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