Piretro

Il nome deriva dal greco pyr fuoco, probabilmente in riferimento all'uso medicinale che si faceva di questa pianta per mitigare gli attacchi febbrili, o alle proprietà irritanti delle sue radici, dal sapore acre. Tutte le specie un tempo conosciute come Pyrethrum sono ora considerate una sezione del vasto genere Chrysanthemum, ma presso i vivaisti è ancora conosciuta con tale nome una forma di largo uso decorativo, piretro roseum, di cui vi sono anche molti ibridi e cultivar. Il più comune Chrysanthemum cinerariaefolium, originario della Dalmazia, è conosciuto come piretro della razzia, la comune polvere insetticida che si ottiene polverizzando i capolini.
Specie coltivate: piretro roseum, alto cm 30-60, è una pianta dalle foglie a margini profondamente incisi, pennate, color verde intenso, molto belle; le grandi infiorescenze a capolino, simili alle margherite, che fioriscono in maggio-giugno, hanno le ligule variamente colorate, dal rosso al bianco, talvolta con l'estremità gialla. Sono piante rustiche, molto adatte per formare bordure in posizioni soleggiate, che producono ottimi fiori da taglio. Ne esistono molte forme ibride sia a fiori semplici che doppi. Tra quelle a fiore semplice troviamo:' Allurement ', con fiori rosa carico; ' Brenda ', carminio brillante; ' Bressigham Red ', cremisi; ' Eileen May Robinson ', rosa chiaro; ' Kelway's Glorious', scarlatto vivo; 'Marjorie Robinson', rosso porpora; ' Radiant', rosa cupo; ' Salmon Beauty ', rosa salmone.
Tra le forme a fiori doppi: ' Carl Vogt ', bianco puro; ' Lord Rosebery ', rosso vellutato; ' Madeleine ', rosa-lilla; 'Yvonne Cayeux', giallo zolfo chiaro; piretro parthenium.
Coltivazione: i risultati migliori con le piante di questo genere si ottengono collocandole in un buon terriccio fibroso, ben drenato ed in posizione soleggiata, sebbene si ottengano risultati soddisfacenti anche se coltivati su terreno calcareo. Esse richiedono abbondanti somministrazioni d'acqua, da quando cominciano a germogliare, per tutto il periodo di piena vegetazione. Una volta messe a dimora queste piante possono restare indisturbate per alcuni anni, tre o quattro, ma non piùr, poiché altrimenti cominciano a soffrire ed a produrre fiori sempre più piccoli e in minore quantità. I cespi vanno divisi in marzo o dopo la fioritura, verso luglio, avendo cura di scartare i pezzi vecchi o legnosi. Ogni anno poi, sempre dopo la fioritura, bisogna potare energicamente il cespuglio; questo spesso favorisce una seconda fioritura alla fine dell'estate o in autunno. Talvolta le piante possono essere minacciate dalle lumache, che si possono combattere spargendo cenere intorno al cespuglio ed al colletto. Quando le piante non sono molto robuste e tendono ad adagiarsi, sarà conveniente fornir loro dei sostegni adatti. Oltre che con la divisione dei cespi, queste piante si possono ottenere anche con la semina, in primavera, in cassone, e trapiantando le piantine, in maggio, nella loro posizione definitiva.
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